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Antisocial 2

Regia di Cody Calahan vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Antisocial 2

di alan smithee
5 stelle

La giovane e tenace Sam è sopravvissuta al tremendo contagio globale sortito da un ambizioso esperimento condotto sul più importante e diffuso sito social del pianeta (una sorta di alter-ego di facebook), e si era scoperta incinta del fidanzato che ebbe l'ardire di lasciarla tramite comunicazione in diretta sulla  medesima applicazione che generò l'apocalisse.

Salvata da una sconosciuta nel momento immediatamente precedente il parto, la donna viene derubata da questa del proprio neonato - una bambina - e lasciata morire dissanguata tra la sporcizia di quel che resta di un mondo in corso di distruzione.

Alcuni anni dopo, ritroviamo tuttavia la tenace Sam viva e vegeta, alla guida di un'auto scassata ma in grado di trasportarla alla ricerca di nuovi sopravvissuti, e di darle un ricovero protetto nel bagagliaio dell'abitacolo. Il giorno che la ragazza incontra una bambina di nome Bean scampata all'eccidio, le due diventeranno amiche solidali per la ricerca della base che nasconde i pochi sopravvissuti.

Il padre della ragazza si rivelerà la mente di un progetto volto a debellare la contaminazione, ma anche uno stratega senza scrupoli che non esiterà ad utilizzare Sam come cavia a beneficio di una umanità ormai in via di concreta e completa estinzione. Intanto il sito Redroom, completamente autosufficiente ed in grado di aggiornarsi e potenziarsi autonomamente, si prepara a scagliare il suo attacco definitivo ai pochi superstiti ancora in vita.

Pur trattandosi di un sequel apparentemente senza ambizioni o possibilità di superare il già non straordinario livello del film capostipite, datato 2013, questo Antisocial 2, diretto nuovamente dal canadese Cody Calahan, ha il vantaggio di non concentrarsi sul cliché del primo, che perdeva oltre 3/4 della sua vicenda a concentrarsi sullo sforzo dei cinque protagonisti a sopravvivere ad un attacco esterno micidiale: pure qui la dinamica è la medesima, ma il film spazia su scenari più globali e su panoramiche meno claustrofobiche, risultando meno limitativo e quindi più suggestivo dell'originale.

Michelle Mylett torna ad impersonare la tenace, combattiva protagonista alla strenua ricerca della propria discendente: una parte che le si addice particolarmente ed in cui la bella attrice pare piuttosto convincente. 

 

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