Regia di Olaf Ittenbach vedi scheda film
Ultrasplatter tedesco con una storia del tutto inattesa, profondamente simbolica e sorretta da prevalente senso morale. Girato in stato di grazia (ottima la fotografia, come gli effetti speciali e le interpretazioni) dal nome attualmente più significativo dell'horror tedesco: Olaf Ittenbach.
Jennifer (Irene Holzfurtner) sta per convolare a nozze con Sebastian (Mathias Engel), dal quale ha avuto il figlio Nico. Dopo aver visionato una serie di filmati e foto che le ricordano i momenti felici della convivenza, Jennifer lascia in custodia il figlio ad un'anziana del condominio e scopre con disappunto che l'amica Irina (Annika Strauss), ha avuto una relazione sessuale con Sebastian. Cerca di reagire con calma, facendosi un bagno, durante il quale si addormenta. Al risveglio si trova circondata da parti di corpi umani e assediata da un uomo mascherato, che le mostra video di raccapriccianti delitti. Vittime, nell'ordine: il postino, Irina e gli amici Joe e Willy.
"Alla fine, quando muori, non c'è un tunnel, nessuna luce bianca brillante. Non c'è né nero, né vuoto. Ti senti esattamente allo stesso modo in cui ti sentivi prima. Senti dolore, paura, fame e sete. Solo che non puoi più farti sentire. Devi accettare tutto quello che ti sta succedendo. Questo è il vero inferno. Se solo ci fosse l'eterno niente, il sonno eterno, senza sogni, allora questo sarebbe il paradiso per me." (Jennifer)
No reason: scena
In questa occasione Olaf Ittenbach dimostra un'evidente maturità (sia come regista che come sceneggiatore), rispetto alle comunque interessanti opere precedenti (circa tredici titoli). In No reason il testo, del tutto interessante e perfettamente adeguato al contesto ultrasplatter, viene accompagnato da una messa in scena che entra finemente in simbiosi con lo stato d'animo della protagonista. In particolare, oltre ai sempre perfetti e suggestivi trucchi granguignoleschi, nel film risalta l'uso di faretti colorati, con suddivisione della storia in tre capitoli o livelli (rosso, verde e blu). La tonalità del colore (anche ottenuto in forma additiva o sottrattiva) contribuisce a svelare retroscena di un inferno intimo e personale, vissuto dalla penitente Jennifer in un contesto da simpatectomia [1].
Protagonista principale, in un ambiente strettamente intimo e confinato in un piano irrealistico e allucinatorio, è una donna dalla incerta identità, che solo nelle sequenze finali ci viene svelata nella sua reale (e criminale) personalità. Ittenbach, anche autore degli effetti speciali - fortemente suggestionato dall'universo infernale di Clive Barker (Hellraiser, 1987) - raduna un cast di volti noti nell'underground dello splatter teutonico (Annika Strauss, Andreas Pape, Timothy Balme) sfruttandolo al meglio, posto cioè al servizio di una trama intelligente e del tutto inattesa in un prodotto che gronda sangue - in particolare a partire dal 24° minuto - senza soluzione di continuità. L'aspetto morale, del tutto predominante su quello viscerale, chiude il film assieme a una visione (autoptica) nera e pessimista, che tradisce un malessere esistenziale e una sfiducia verso la vita riscontrabili solo in Der Todesking (1990) di Jörg Buttgereit, autore in parte fonte di ispirazione per lo stesso Ittenbach.
[1] La simpatectomia si è sviluppata a metà del XIX secolo, quando si scoprì che il sistema nervoso simpatico innerva quasi ogni sistema organico, ghiandolare e muscolare del corpo. Fu ipotizzato che questi nervi giocassero un ruolo importante nella regolazione di molte funzioni corporee in risposta a cambiamenti nell'ambiente, l'esercizio fisico, le emozioni e il piacere. (Wikipedia)
No reason: esame autoptico
Un inferno policromatico e dantesco
"La protagonista è sempre nuda, immersa in un lago di sangue, immersa in un mare di cadaveri, immersi in un mare di schifo. Sembra di stare in una specie di inferno dove esistono soltanto cadaveri, ossa, membra, urina, feci, carne in decomposizione. Una specie di discesa nell'inferno, piena di cose schifose..." (Dall'introduzione al film di Alex Visani: dvd "Spasmo Video")
No reason: scena
La parola al regista
"No reason è un film veramente folle. Parla di una donna di cui volevo ritrarre l'impotenza. Si sveglia in casa sua completamente nuda, circondata da parti di cadaveri e con un killer in casa. E non posso immaginare una situazione di impotenza più totale. Volevo giocare con questo concetto. Volevo descriverlo in modo crudo e malato. Inanzitutto si parla di dove il killer vuole portarla. Ha luogo tutto in colori addittivi e sottrattivi. Il ché ha un valore simbolico generale nella cultura cinematografica. Diversi colori hanno diversi significati e il film usa le luci in questo modo." ("Sul set di No reason" - dvd "Spasmo Video")
No reason: Irene Holzfurtner
Citazioni
"I bambini sono pieni d'innocenza, finché non crescono e la loro mente viene avvelenata dalla nostra società e dai nostri valori contorti. Il bambino è già illuminato." (Killer)
"I valori dei simboli possono essere diversi in diverse culture, anche se ci sono elementi sempre combinati.
Ad esempio: il colore bianco nelle culture occidentali significa purezza assoluta e verità. Nelle culture orientali è sinonimo di dolore e morte. Nell'antichità i quattro tipi comportamentali sono stati assegnati ai colori. Successivamente il colore ha trovato posto nella cronografia e nell'araldica.
Blu: cielo, lealtà, purezza, Maria.
Giallo: sole, eternità ma anche invidia.
Verde: speranza, immortalità.
Rosso: amore, sangue e sangue di Cristo.
Nero: dolore."
(Interpretazione dei colori per valori di simboli)
"La vostra visione diventerà chiara solo quando guarderete nel vostro cuore. Chi guarda all’esterno, sogna. Chi guarda all’interno, apre gli occhi." (Carl Gustav Jung)
F.P. 12/06/2021 - Versione visionata in lingua tedesca (durata: 73'30")
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta