Regia di Benny Safdie, Josh Safdie vedi scheda film
Esistono universi paralleli ed alternativi che ci ripropongono la struttura universale e globale del creato, e che possiamo ritrovare nella perfezione atipica e tutta da scoprire di un diamante grezzo trafugato da una miniera etiope. Ma ci sono medesimi indirizzi universali, anche all'interno di altri massimi sistemi e profondità: cervelli perforati da proiettili inferti a bruciapelo al nostro uomo dopo esasperanti, reiterati minuti di attesa in grado di far perdere il controllo ad un killer duramente messo alla prova. Ma di percorsi universali ne troviamo perfino dentro un "buco di culo".... un po' volgare a dirsi così, effettivamente, ma perfetta e coerente con la sfrenata, isterica atmosfera che, sin dai primi minuti, colora situazioni e lunghi monologhi del nostro avventato e sfortunato protagonista, che ci viene presentato nel momento, per forza di cose inevitabilmente introspettivo, in cui una sonda rettale gli eplora in lungo ed in largo l'intestino, a seguito di un controllo medico.
Una soluzione, quella dei Safdie, che più intimamente non si potrebbe immaginare per introdurci il personaggio controverso e delirante del nostro gioielliere ebreo fedifrago e ora alle corde Howard Ratner. Un trafficante nato, sgradevole e senza scrupoli, ora alle prese con un debito che non riesce a saldare, con una moglie demotivata che lo vuole lasciare, con un'amante prosperosa di cui si serve per pura, egoistica opportunità. Ma soprattutto impegnato a far fruttare l'opale prezioso e multicolore riuscito a farsi contrabbandare da una cava etiopica, e avventatamente prestato per portare fortuna ad un campione mondiale di basket, che gli farà sudare sette camicie prima di restituire il maltolto.
C'era grande attesa nei confronti della terza opera dei Safdie Bros, distribuita e prodotta da Netfkix sotto l'egida di Martin Scorsese, a cui molto sembrano parametrarsi, in stile e nervosismo di regia e costruzione dei personaggi, i due talentuosi e molto apprezzati cineasti. E il film è davvero molto riuscito, sgradevole, logorroico, influenzato e condotto alla sua completa riuscita da un Adam Sandler simil Al Pacino in stato di grazia, impegnato nel suo ruolo cult assoluto, dopo le già svariate sue prove raffinate intraviste coi grandi autori, in mezzo a sin troppa robetta in grado di tramutarlo in star.
Una corsa contro il tempo per fregare tutti e spuntarla contro ostacoli, imprevisti, minacce e parole, parole, tante parole, prima che sopraggiunga addirittura e nientemeno che.... Gigi D'Agostino con la sua truzza e trascinante, di certo piuttosto pertinente "L'Amour toujours".
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta