Trama
Nella moderna Los Angeles, Henry, un attore comico con un forte senso dell'umorismo, e Ann, una cantante di fama internazionale, formano la coppia perfetta. Tuttavia, la nascita di Annette, la loro prima e misteriosa figlia destinata a una sorte straordinaria, cambierà le loro vite.
Curiosità
INTERVISTA A LEOS CARAX
Quando hai incontrato per la prima volta la musica degli Sparks?
Quando avevo 13 o 14 anni, pochi anni dopo aver scoperto David Bowie. Il primo loro album che ho preso (rubato, a dire il vero) è stato Propaganda. E poi, Indiscreet. Rimangono ancora oggi due dei miei album pop preferiti. Dopo, negli anni a seguire, non ho più saputo cosa facessero e non li ho più seguiti. A partire dai 16 anni, ho focalizzato la mia attenzione sul cinema.
E quando e come hai conosciuto i fratelli Ron e Russell Mael?
Un anno o due dopo l'uscita del mio precedente film, Holy Motors . C'è una scena in cui Denis Lavant ascolta una canzone tratta da Indiscreet nella sua auto: How Are You Getting Home?. Quindi, sapevano che mi piaceva il loro lavoro e mi hanno contattato per un progetto musicale. Si trattava di un fantasy su Ingmar Bergman, intrappolato a Hollywood e incapace di fuggire dalla città. Ma non era qualcosa che faceva al caso mio. Non avrei mai potuto lavorare a una storia ambientata nel passato e con un protagonista che si chiamava Ingmar Bergman. Pochi mesi dopo il mio rifiuto mi hanno mandato 20 demo e l'idea per Annette.
Qual è il tuo rapporto con i musical? Anche nei tuoi film più vecchi a volte sembra che la parte musicale non veda l'ora di venire fuori. Hai spesso usato sequenze in cui i personaggi si esprimevano attraverso il canto e la danza. L'idea di fare un musical è qualcosa che coltivi da tempo?
Da quando ho iniziato a fare film. Avevo immaginato il mio terzo lungometraggio, Gli amanti del Pont-Neuf, come un musical. Il problema più grosso, il mio rammarico più grande, è che non sono in grado di comporre musica da solo. E come si sceglie un compositore? Come ci si lavora? Questo mi preoccupava parecchio. Non guardavo i musical quando ero giovane. Mi ricordo di aver visto Il fantasma del palcoscenico di Brian de Palma nello stesso periodo in cui ho scoperto gli Sparks. In seguito, ho visto qualche musical americano, russo e indiano. E, ovviamente, i film di Jacques Demy. I musical danno al cinema tutta un'altra dimensione, quasi letteralmente: ci si confronta con tempo, spazio e musica. E ti regalano una libertà incredibile: puoi realizzare una scena seguendo la musica o andandoci contro. Puoi mescolare emozioni contraddittorie, una cosa impossibile da fare nei film in cui la gente non canta e non balla. Puoi essere grottesco e profondo al tempo stesso. E il silenzio, il silenzio diventa qualcosa di nuovo: non solo un silenzio in contrasto con le parole dette e i suoni del mondo ma anche un silenzio molto più profondo.
Annette era destinato a essere un'opera musicale rock?
C'è sempre stata l'opera di fondo. Un po' di rock ma non molto. Ma è soprattutto stato sempre un mix unico degli Sparks.
Da sempre colpisce il modo in cui ti assumi molti rischi sia formali sia sperimentali e il modo in cui giochi fisicamente con gli attori. Annette parla di due artisti? Come hai pensato di mostrarceli in azione?
Per prima cosa mi sono chiesto: perché lei è una cantante d'opera e lui un cabarettista? Il mondo degli Sparks è pop fantasy, con un'ironia multistrato di fondo. Ho dovuto inizialmente prendere tutto sul serio. E non sapevo niente né di opere né di cabaret. Mi sono quindi interessato alle due forme d'arte, distanti ma con qualcosa in comune: la nudità e la vulnerabilità sia dei cantanti lirici sia dei comici sul palco. E il gioco della morte: l'opera è fatta sostanzialmente di donne che muoiono su un palco, in tutti i modi possibili, mentre cantano la loro canzone più bella e struggente chiamata "aria"; e i grandi comici, come Andy Kaufman, sono coloro che la morte flirtano sul palco. Il grottesco è essenziale per la commedia mentre l'opera seria lo evita, finendo però spesso per essere derisa come se fosse grottesca. E cantare e ridere sono due cose molto "organiche": si basano entrambe su un sistema anatomico complesso, lo stesso sistema vitale che ci permette di respirare. Ho allora iniziato a vedere Annette come a una metafora del respiro: vita e morte ovviamente, e ridere, cantare, partorire, trattenere il respiro... Inoltre, respirare è qualcosa che ha un suo ritmo musicale.
Nel prologo, possiamo sentire la tua voce che chiede al pubblico di rimanere concentrato e trattenere il respiro!
Cosa che ora assume un significato tutto nuovo, dato che Annette uscirà in un periodo in cui il CoVid non ci permette di respirare troppo in compagnia degli altri. Vita e morte, ancora una volta.
La storia di Annette è archetipica e contemporanea al tempo stesso. Si pensa a È nata una stella, Pinocchio, La bella e la bestia... Ricordi che emozioni ti ha generato la prima volta che gli Sparks te l'hanno presentata?
Le canzoni mi sono subito piaciute. Mi sono sentito fortunato e grato. ma all'inizio ho detto loro che non potevo fare il film. Avevo molte preoccupazioni personali. Ho una figlia piccola, che all'epoca aveva nove anni. E, sebbene i fratelli conoscessero poco o niente della mia vita (credo), c'erano alcune cose nella trama che potevano turbarla. E tutto ciò che non volevo era fare un film su un così "cattivo padre" in quel momento della mia vita. Ascoltando però più volte le canzoni, mia figlia ha cominciato ad amarle e mi ha chiesto cosa fossero. Gliel'ho detto e ho capito che aveva capito molto della storia. Quello è stato il momento in cui Annette è diventato il mio film e ho accettato di girarlo.
Trailer
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- Prix de la mise en scéne a Leos Carax al Festival di Cannes 2021
Commenti (6) vedi tutti
Fanta-musical cupamente sarcastico sulle trappole della notorietà ed il peso della genitorialità. L'impianto spettacolare ed alcune audaci soluzioni scenografiche forse non sono sufficienti a tenere incollati alla poltrona i non 'aficionados' del genere per un'esperienza di visione tutto sommato gratificante.
commento di maurizio73Orchestrato come un rapsodico, debordante flusso di immagini scandito dall'ottima colonna sonora e da momenti di altissimo cinema, Annette è un film eccessivo e sbilanciato eppure ispiratissimo e sontuoso, che prosegue la riflessione di Carax sul senso dell'arte e la figura dell'attore iniziata col precedente Holy Motors. Sublime Adam Driver. 8/10
commento di rickdeckard"Annette" è una favola in nero che si è data una narrazione canora per accrescere ancora di più la sua volontà di stupire. Un film che conferma il carattere visionario di Leos Carax oscillando tra la classicità tipica dei musical degli albori e venature prese in dote dallo sci-fi. Melodrammatico nell'accezione più ampia possibile. Un grande film.
commento di Peppe ComuneReggere un film cosi' per 140 minuti bisogna avere un limite di sopportazione ai massimi livelli o essere dei devoti fans del regista....anche se la scheda mette drammatico io direi che e' piu' un musical....o sbaglio?
commento di ezioUn film "folle" nel senso più artistico del termine,dopo il criptico "Holy motors" Carax forgia un opera personalissima e con spicchi autobiografici.Una riflessione sul narcisismo da "celebrity" con Driver e la Cotillard ebbri di un amore "tossico"..il tutto sulle note degli Sparks..
leggi la recensione completa di GIMON 82il vero problema è che la musica e i testi dei fratelli Mael proprio non sono (oggi) all'altezza della visionarietà di Carax, qui imbrigliato in un musical senza ritmo e poco pathos. gli Sparks hanno invero scritto qualche buona pop song quasi 50 anni fa, ma ciò non basta per poter reggere la sceneggiatura di 2 ore e venti di film. peccato.
commento di giovenosta