Regia di Robert Eggers vedi scheda film
Lo spettatore non può che sentirsi prevaricato dallo sfibrante compiacimento con cui il regista Robert Eggers mette in scena questa sorta di Kammerspiel della ripugnanza gratuita.
Esattamente com'era in The Hateful Eight, in The Lighthouse abbiamo dei protagonisti costretti da circostanze naturali avverse a convivere assieme per molto tempo in un luogo asfittico (come richiede l'imperituro cliché della "drammaturgia dell'angustia"). Ed esattamente com'era per The Hateful Eight, anche qui lo spettatore non può che sentirsi prevaricato dallo sfibrante compiacimento con cui il regista Robert Eggers mette in scena questa sorta di Kammerspiel della ripugnanza gratuita (fra piscio, scorregge, acqua lurida, sterco in faccia, insulti divertiti, chiappe al vento che solleticano voglie represse e un enorme faro/fallo che troneggia) ma esteticamente sofisticata, secondo il credo del peggior art house. Una reinterpretazione sui generis del mito di Prometeo, ma anche l'ennesimo gioco di coppia servo-padrone (qui omosex) che in parte ricorda Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto. Ma anche un thriller-horror che ammicca scopertamente a La cosa e ricalca Shining. Ma anche un fantasy della salsedine che trae ispirazione dai racconti folklorici dei marinai ottocenteschi. Ma anche un omaggio all'espressionismo tedesco dei primi anni: serve dirlo che la carne al fuoco è eccessiva? E il giovane Eggers (anche sceneggiatore, insieme al fratello Max) non è capace di ricompattarla a dovere, soprattutto perché è troppo occupato a dare sfoggio del proprio talento per accorgersi che l'insistenza nell'assumere la prospettiva del protagonista non si concilia affatto col distacco ironico a cui ambisce invece la costruzione registica complessiva (come confermano l'inquadratura finale e la canzoncina sui titoli di coda). Non che non ci sia del fascino (specie nell'ambientazione e nella cura fotografica: il bianco e nero è stupendo), ma certe immagini (il seno della sirena che ondeggia durante la masturbazione) non sono altro che kitsch. E la durata non è per niente lungimirante. Robert Pattinson e Willem Dafoe non fanno che adeguarsi al tono, buttandola continuamente sul manierismo. Rispetto all'eccezionale The Witch siamo proprio su un altro pianeta. Da noi uscito in streaming durante l'emergenza Coronavirus.
Colonna sonora (piuttosto stucchevole) di Mark Korven.
Voto: 5 — Film INSUFFICIENTE
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