Regia di Robert Eggers vedi scheda film
Dopo l'esaltante The witch, Robert Eggers gira il suo secondo film. Osannato da critica e pubblico, The lighthouse soffre purtroppo di una lentezza di fondo data da una sceneggiatura poco efficace, che contrasta con una perfetta scenografia e una regia eccellente e in grado di conferire al film una dimensione universale, fuori tempo e spazio...
Fine XIX° Secolo.
Ephraim Winslow (Logan Hawkes), raggiunge un'isola al largo della costa del New England, destinato a restare per trenta giorni come guardiano del faro, dietro supervisione dell'anziano Thomas Wake (Willem Dafoe). La permanenza tra i due si fa subito difficile, anche a causa della rigida direzione di Wake. Winslow inizia ad avere strane allucinazioni. Si avvicina la data di partenza ma le condizioni climatiche avverse impediscono al traghetto di raggiungere l'isola e Winslow precipita sempre più in uno stato delirante.
Dopo l'ottima prova di The witch, Robert Eggers mette mano a questo angosciante dramma, che si svolge in uno spazio e un tempo apparentemente limitato e circoscritto. Opta per una fotografia (splendida) in bianco e nero, inserendo come terzo protagonista (oltre ad Hawkes e Dafoe) un paesaggio spettrale, inquadrato spesso in campo lungo. Un cielo opprimente, su un mare sempre mosso, fa da sfondo a due anime in pena. L'isolamento dei due protagonisti, loro malgrado costretti a convivere, è responsabile di un progressivo e inarrestabile delirio che sembra però essere magicamente scatenato dall'uccisione di un gabbiano, uccello marittimo che - per tradizione leggendaria - viene considerato come incarnazione di un marinaio morto.
Eggers gira un film suddiviso esattamente tra la perfezione della messa in scena e le lungaggini narrative che conducono più volte verso il vuoto. The lighthouse soffre purtroppo di una lentezza che si fa notare soprattutto nella parte centrale, che rende piuttosto pesante la visione. Molto accattivante per una impostazione grafica volutamente retrò (sembra quasi un film espressionista), ma con una sceneggiatura decisamente troppo diluita in un tempo esageratamente lungo. Avrebbe certamente funzionato meglio come cortometraggio, anche se le notevoli interpretazioni dei due bravissimi attori riescono a risollevare più volte l'attenzione, spesso in calo a causa di un ritmo inesistente. Si è portato a casa 29 riconoscimenti e può vantare ben 114 nominations, ma pur restando opera interessante, forse è stata eccessivamente considerata sia dalla critica che dal pubblico.
Gabbiano dall'Oltretomba
La leggenda alla base di The lighthouse, ovvero quella dei gabbiani come reincarnazione di marinai deceduti, ha alimentato diversi racconti e non solo film. Ad esempio, nel fumetto Oltretomba colore (Gabbiano, n. 57 del settembre 1977), una delle più belle storie della serie racconta proprio di un gabbiano, che ha frammentate memorie di quando, in una vita precedente, era stato un essere umano.
"La ragione sa molte cose, ma la follia ne sa una più grande." (Fabrizio Caramagna)
Trailer
F.P. 23/06/2020
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