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The Lighthouse

Regia di Robert Eggers vedi scheda film

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La recensione su The Lighthouse

di Mulligan71
6 stelle

Robert Eggers, dopo l'ottimo "The Witch", 2016, prosegue deciso il suo viaggio nel mondo del Cinema d'autore, senza cambiarlo di una virgola, lasciandolo visionario, potente, espressionista. In "The Lighthouse" si rimane in un mondo arcaico, antico, colmo di leggende, questa volta di mare. Siamo a fine 800, su un pugno di rocce con un faro e due protagonisti: il guardiano, Willem Defoe, e il suo aiutante, Robert Pattinson: attorno ai due solo un oceano in quasi perenne tempesta, i gabbiani e una natura, in generale, cattiva e colma di presagi. Eggers fa un grande Cinema, usa un bianco e nero strepitoso, fotografato splendidamente, e muove la cinepresa con bravura, sottraendo la pellicola a inutili e artificiosi esibizionismi, concentrandosi sui volti e sulle luci. Si avvale di due attori in stato di grazia, con un Pattinson sempre più bravo e un Defoe che si gli si danno ruoli giusti, è un gigante. E' proprio dal loro rapporto, che si fa via via più conflittuale, che scaturisce il fuoco che dà vita a questo racconto. La tensione sale lentamente ma inesorabilmente per esplodere in tutta la tipica visionarietà del regista, nella seconda parte. Un horror tanto per dire, più che altro un "Cuore Di Tenebra" allo scoglio, una danza selvaggia, ubriaca, come in una canzone dei Pogues. E' questo il limite (o la forza, dipende dai punti di vista) di "The Lighthouse", che davvero accumula troppo, secondo me, quando tutto scivola nell'incubo, nella tempesta, nel "grog" e nelle visioni: il film si sfilaccia, la trama si sperde e si finisce per assistere a un malatissimo atto teatrale, a una lotta titanica fra due grandi attori. E' chiaro che il suo Cinema è a più livelli, ricco di rimandi e citazioni marinaresche: è uno "shanty movie", che può attrarre ma anche respingere, non dando particolari appigli a chi lo guarda. 

 

Bello, ma non bello come "The Witch", ma un'ulteriore testimonianza di un regista che è destinato a un capolavoro, prima o poi. 

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