Regia di Robert Eggers vedi scheda film
La potenza delle immagini rappresenta l'aspetto più sorprendente dell’opera di Eggers, che ricrea l'inconfondibile stile del cinema degli albori. Straordinaria la fotografia. Ottimi gli attori.
72 Festival de Cannes
QUINZAINE DES REALISATEURS
Sulla costa nordamericana, un centinaio di anni fa, due guardiani giungono ad un faro isolato dal resto del mondo per compiere il loro turno su una isoletta rocciosa. Il rapporto tra il veterano Tom (Wilelm Dafoe) e il nuovo aiutante Ephraim (Robert Pattinson) appare sin da subito non facile, il cozzare tra due caratteri scontrosi che si alterna ad alcuni momenti (alcolici) di forzato cameratismo. Man mano che passano i giorni (o settimane? Si perde la concezione del tempo) nell’ isolamento forzato, la mente di Ephraim perde sempre più il contatto con la realtà e comincia a diventare preda di visioni allucinate, come quella di un'affascinante sirena o altre più inquietanti , come la convinzione di essere tormentato da un beffardo gabbiano, la cui uccisione è foriera di sventura. Segreti inconfessabili emergono dal passato del giovane mentre l'anziano custodisce gelosamente il mistero della camera più elevata, quella che custodisce la luce, a cui non permette assolutamente ad Ephraim di accedere.
Ai tormenti dell'anima degli uomini fa da terrificante contrappunto la furia degli elementi: il vento ostile di burrasca, la pioggia gelata che sferzano impietosi i loro volti e l'oceano costantemente in tempesta che mugghia e si abbatte con violenza contro il faro isolato. Il tutto mentre la sirena antinebbia suona incessantemente rimbombando ossessivamente nel cervello dei personaggi e degli spettatori.
La potenza delle immagini colpisce fin da subito come l'aspetto più sorprendente dell’opera di Eggers, che adotta l'inconfondibile stile del cinema degli albori, con l'uso del bianco e nero, il formato quasi quadrato dell'inquadratura, l'utilizzo di lenti e filtri “d'epoca", la composizione de i primi piani degli attori che nella loro prima inquadratura guardano addirittura in camera: tutti artifici usati dal regista per ricreare un'atmosfera che rimandasse al cinema del passato, come dichiarato dallo stesso Eggers nel corso dell'incontro al termine della proiezione alla Quinzaine des Réalisateurs.
Personalmente certe scene mi hanno ricordato una veccia pellicola anni 30 di analoga ambientazione faresca, La Luce Fantasma di Michael Powell, vista da poco. Colpisce in un particolar modo l'incredibile lavoro di fotografia sulla luce che illumina i volti che emergono dagli oscuri pertugi e dalle tortuose scale a chiocciola che salgono alla sommità del faro. La fotografia, la scelta del bianco e nero, del formato clasutrofobico, il sonoro angosciante insieme contribuiscono a creare un'atmosfera inquietante ed ossessionante che complementa perfettamente l'ambiguità misteriosa della storia.
Presenti in sala a raccontare le difficoltà e sfide della preparazione per due ruoli impegnativi anche gli ottimi protagonisti: i primi piani su cui Eggers insiste rendono particolarmente prezioso il lavori di Pattinson e Dafoe, unici personaggi parlanti del film. Soprattutto Wilelm Dafoe dà prova di grandissima intensità e bravura nei monologhi del burbero guardiano. Girare la pellicola, non in studio on l'aiuto della CGI, bensì su una vera remota isoletta della Nova Scotia, dove la produzione ha costruito un faro funzionante, è stata una sfida non da poco per cast e crew, ma ha conferito all'ambientazione un senso di realismo che ne moltiplica la forze espressiva.
Robert Eggers, Robert Pattinson e Wilhelm Dafoe nella sessione Q&A al termine della proiezione alla Quinzaine des Réalisateurs.
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