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Little Joe

Regia di Jessica Hausner vedi scheda film

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La recensione su Little Joe

di EightAndHalf
6 stelle

Little Joe, little nightmare. 

 

Un piccolo incubo, quello girato da Jessica Hausner. Una distopia asettica come un laboratorio sterilizzato, tutta linee geometriche e colori pastello a tinta unita su pareti e oggetti. Una musica di fiati insidiosi e di percussioni improvvise, che destano dai vari traumatici silenzi in cui la suspense ha intenzione di trionfare. 

Non tutto funziona nel film, c'è da dirlo. Perché la narrazione diventa presto meccanismo quando ci si entra dentro, e certi espedienti visivi funzionali a livello di concept all'ennesima ripetizione diventano non solo, appunto, ridondanti, ma anche vezzosi. E la musica, un po' declamatoria nel descrivere ambientazioni e situazioni, non è uno degli assoluti punti di forza del film, per quanto possa sembrare in un primo momento amalgamarsi bene con la visione registica della Hausner. In certi momenti è addirittura la sola musica la fautrice di quello che potremmo definire un vero e proprio jump scare, senza che in scena stia accadendo nulla!

Il film si presta allo stesso tempo a tantissime riflessioni anche politiche sul ruolo del libero arbitrio, dei legami familiari e della responsabilità della scienza, ma è ben presto tutto pretesto per mettere in scena un piccolo incubo (quasi) senza sangue, violentissimo ma senza urla, dotato della freddezza - stupendamente candida - che la regista ci aveva già dimostrato nel particolare Lourdes dieci anni fa. Adesso si vede che il film è fatto per essere venduto a compratori di paesi anglofoni, visto come non solo citi i Bodysnatchers di Don Siegel ma ammicchi in generale al pubblico medio occidentale - anche più americano che britannico - con certe modalità di scrittura (a partire dalla gestione del giovane Joe figlio della protagonista) e con certe maniere di costruire la suspense. Però rispetto a tante possibili alternative britanniche/statunitensi, nel film della Hausner sopravvive una mentalità tutta mittel-europea per la cura dell'immagine, per la texture dell'inquadratura e per la cura millimetrica dei movimenti di camera, occhio scrutante e semovente che perlustra l'ambiente, ne distilla gli effetti più aggressivi sull'essere umano e poi ammette la sua totale sconfitta come arma razionale sul mondo poiché la minaccia, di Little Joe, rimane una minaccia irrazionale e invisibile, e l'occhio umano può assuefarsi ad essa e fare davvero fatica, alla fine, a vederla. 

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