Regia di Pablo Larrain vedi scheda film
VENEZIA 76 - CONCORSO Ema è una ballerina specializzata in danza moderna di strada, con particolar riguardo per il raggeaton, imparato tra le strade di cemento colorato assieme ai coetanei di Valparaiso. Ella convive col suo compagno coreografo, con cui è in perfetta sintonia, nonostante la sterilità di lui ("sei un preservativo vivente"), circostanza che li ha indotti ad adottare un bimbo. Ma proprio da questa adozione nascono i problemi seri a catena: il lavoro tiene entrambi i genitori spesso lontani dal piccolo, che sfodera una caratterialita'impegnativa da gestire, ed assai molesta, al punto da costringerli a "restituirlo" all'istituto concedente.
Un fallimento che costringerà la platinata ragazza a rimettere in discussione le proprie scelte, le proprie attitudini sessuali, fino a riuscire a raggiungere un equilibrio dagli esiti tecnicamente perfetti, non solo per lei, ma pure per le persone care che la circondano. Il problema del nuovo film di Pablo Larrain non è tanto la storia, quanto piuttosto lo stile narrativo scelto, fatto di fastidiosi ammiccamenti con cui il regista, qui irriconoscibile se si pensa ai capisaldi della sua notevole cinematografia, sceglie di illustrare e delineare la sua colorata e coreograficamente movimentata storia passionale.
Condita di simbolismi che vorrebbero essere provocatori, come la protagonista con il lanciafiamme tra le gambe per ostentare una mascolinità che in qualche modo estirpa al suo amante impotente, ma risultano solo irritanti.
Un risultato che, pur con la solida padronanza di mestiere a girare del Larrain, personalmente ritengo deludente, assai fazioso, inutilmente acchiappa pubblico per quell'accumulo tendenzioso di atteggiamenti furbi o ruffiani che, sin troppo sfacciatamente calcolati, indispettiscono per la puerilita' con cui si inneggia sfrontatamente alla famiglia allargata e alla alternativa omosex, come soluzione universale ai piccoli grandi drammi che spezzano l'armonia del nucleo tradizionale. Troppa sfacciataggine, troppo calcolo.
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