Regia di Jim Jarmusch vedi scheda film
Un'alterazione nella velocità di rotazione dell'asse terrestre causa strani fenomeni. Nella città di Centerville, tipica località rurale degli Stati Uniti, i morti riprendono vita, uscendo dalle tombe o alzandosi dai tavoli dove sono deposti. Dopo una prima fase di incredulità, forze dell'ordine - un anziano poliziotto coadiuvato da due giovani - ed abitanti, presa cognizione del pericolo, iniziano a difendersi. L'invasione degli zombies, però, non dà scampo; si salvano solo una creatura aliena ed un eremita. Un po' commedia, un po' horror - con abbondante dose di sangue - quest'opera sembra voler esprimere una critica alla società contemporanea. Il regista immagina gli zombies come caricature di persone, dalle movenze goffe, lenti, attratti dalla carne umana e da una limitata espressività che li porta a biascicare ogni tanto qualche parola. Non sono però molto diversi dagli uomini ancora "vivi". Tutti volutamente rappresentati come stereotipi, già conosciuti in innumerevoli racconti di genere. Ci sono, tra i tanti, il "villico", il "nerd" che fa colpo inaspettatamente sulla "bella ragazza" accompagnata da un paio di "fusti, grandi, grossi e scemi", e soprattutto i rappresentanti delle forze dell'ordine, che agiscono (in un'occasione, dichiaratamente) non in linea con una loro volontà, ma secondo il ruolo che la società ha affidato loro, finendo per farsi stupidamente divorare da un'orda di zombies tanto numerosi quanto lenti. Il monologo conclusivo lascia comprendere come vincitori della battaglia non ve ne siano; il loro stesso esistere è segno di sconfitta, perchè in pochissimi sono in grado di affrancarsi dalla loro condizione. Non a caso, si salvano coloro che sono estranei al consesso sociale, un eremita che da anni vive nei boschi, inviso a chi lo conosce, ed una donna che si apprende essere un extraterrestre, il quale, dopo il precipitare degli eventi, fugge a bordo di un disco volante. Il racconto è pieno di (voluti) luoghi comuni sul genere, nonchè di citazioni. Scritto ciò, pur avendo apprezzando la volontà del regista, devo dire che la visione è stata veramente pesante. Il ritmo è molto lento, non accade nulla per i primi venticinque minuti, di lì in avanti la vicenda entra nel vivo, ma le successive sequenze di azione sono rare e mosce; qualche scena interessante qua e là c'è, ma in alcuni momenti ho rischiato di addormentarmi. Non ho apprezzato la recitazione, i personaggi interpretati sono - come già scritto - stereotipati, acritici, estremamente flemmatici; si muovono ed agiscono come automi; comunque ho avuto piacere di rivedere Tilda Swinton e Bill Murray. Immagino di aver compreso il senso di questo film, ma, pur apprezzando il coraggio del regista, di certo non lo rivedrei. Visione ovviamente sconsigliata a chi vorrebbe divertirsi con un semplice horror a base di morti viventi, squartamenti e massacri.
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