Regia di Jim Jarmusch vedi scheda film
Un altro tassello, di certo non fondamentale, che si aggiunge alla ricca, superba ed incisiva filmografia del maestro americano...
Devo ammettere, non senza una certa intenzionale indulgenza, che quest'ultimo lavoretto del grande Jim Jarmusch mi è parso non molto più di un semplice, divertente, divertito, grottesco tripudio di evidentissime citazioni (su tutte, nell'ambito prettamente 'horror', quelle relative al cinema dell'indimenticabile George Romero, quello di 'La notte dei morti viventi' ed il successivo 'Zombie', veri e propri capolavori del genere, ma pure diverse altre evocanti e tributanti le più disparate saghe cinematografiche, dal 'Signore degli anelli' a 'Kill Bill', costeggiando le lande di "Star Wars') ed autocitazioni, grondante tutto lo stile, tecnica e visionarietà (seppur, in questo caso, piuttosto appannate) che lo hanno reso "qualcuno" nella storia del cinema, sotteso da una, sicuramente non originalissima o quantomeno approfondita, riflessione sulla massificazione, consumismo, conformismo e dittatura della finanza che stanno ormai rendendo l'umanità, ahimè, un esercito di zombie rincoglioniti, "strafatti" di smartphone (emblematica, in questo senso, la scena dei "non morti", vaganti e vacillanti per le vie della cittadina Centerville, recanti in mano il maledetto, "intelligentissimo" strumento con la luce diafana e fluorescente dello schermo ad illuminarne impietosamente i volti inebetiti e putrefatti)...
Qualche nota stonata e superflua, pure, si avverte nella discreta esecuzione di uno spartito che, tuttavia, a mio avviso, non appare così superfluo ed insipido nella sua interezza, pur non paragonabile, è evidente, ad opere del calibro di 'Dead man', 'Only Lovers left alive' e 'Paterson'.
Aggiungo che rivedere sul grande schermo l'Iguana (Jimmy Osterberg, alias Iggy Pop,
che tutto sommato avrebbe potuto fare a meno del trucco per apparire uno zombie credibile) e Tom Waits, veri e propri monumenti VIVENTI della storia della musica del secondo Novecento oltre che idoli personali (catapultando la memoria verso uno dei più riusciti episodi di 'Coffee & Cigarettes'), è cosa assai gradita per chi, come me, è da sempre indissolubilmente annodato a certa "sick music"; come è sempre un piacere assaporare le convincenti interpretazioni di attori del calibro di Danny Glover, Steve Buscemi, Tilda Swinton, Adam Driver, la bella Chloë Sevigny e, soprattutto, quel fuoriclasse assoluto che è Bill Murray.
Un altro tassello, di certo non fondamentale, che si aggiunge alla ricca, superba ed incisiva filmografia del maestro americano...
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