Trama
Nella sonnolenta cittadina di Centerville qualcosa non va come dovrebbe. La luna splende più del solito, le ore di luce del giorno diventano imprevedibili e gli animali cominciano a mostrare insoliti comportamenti. Nessuno sa bene perché. Le notizie sono spaventose e gli scienziati sono preoccupati ma nessuno di loro prevede la piaga, strana e pericolosa, che in breve tormenta Centerville: i morti non muoiono! Uscendo dalle loro tombe, attaccano i viventi e li trasformano nei loro banchetti. I cittadini dovranno combattere come possono per sopravvivere...
Approfondimento
I MORTI NON MUOIONO: GLI ZOMBIE COME METAFORA SOCIALE
Diretto e sceneggiato da Jim Jarmusch, I morti non muoiono è ambientato nella piccola e sonnolenta cittadina di Centerville, dove qualcosa non va per il verso giusto. I fenomeni naturali sembrano non rispondere più a nessuna legge e gli animali cominciano a comportarsi in maniera insolita senza che nessuno ne conosca le ragioni. La situazione diventa man mano più spaventosa e gli stessi scienziati manifestano preoccupazione, senza sapere ancora cosa stia realmente accadendo a chi è morto. Non passerà molto tempo prima che i morti comincino a uscire dalle tombe assalendo i vivi. ciò costringerà tutta Centerville a combattere per la propria sopravvivenza, sotto la guida di tre ufficiali di polizia.
Con la direzione della fotografia di Frederick Elmes, le scenografie di Alex DiGerlando, i costumi di Catherine George e le musiche di Carter Logan, I morti non muoiono unisce horror, satira e tragicommedia per dipingere le abitudini e i desideri degli americani alla fine del mondo. "Ho cominciato a pensare a un film sugli zombie ancora prima di girare Paterson", ha dichiarato Jarmusch, in occasione della partecipazione del film in concorso al Festival di Cannes 2019. "Ho in passato rivisto a modo mio i film di genere, realizzando un western psichedelico (Dead Man), un mix tra samurai e gangster movie (Ghost Dog. Il codice del samurai), un action esistenziale (The Limits of Control), una mia personalissima commedia romantica (Broken Flowers) e una commedia con dei vampiri bohémien ambientata a Detroit e Tangeri (Solo gli amanti sopravvivono). Era per me arrivato il momento di cimentarmi con gli zombie, un tema che è onnipresente nella cultura popolare: basti pensare che solo nel 2014 sono stati rilasciati almeno 55 film o programmi televisivi sull'argomento. Mentre i vampiri sono creature seducenti, gli zombi non sono di per sé interessanti: lo diventano quando diventano metafora del momento storico che l'uomo sta vivendo. In questo senso, I morti non muoiono parla molto degli attuali Stati Uniti. Non è un caso che nella mia storia tutto accada per colpa del desiderio degli Stati Uniti di condurre le operazioni di fracking al Polo Nord, circostanza che fa scivolare la Terra fuori dal suo asse, sciogliere le calotte e invertire giorno e notte".
"L'idea degli zombie - ha proseguito il regista - mi è tornata prepotentemente in mente quando nel 2016 mentre realizzavo il documentario Gimme Danger su Iggy Pop ho notato gli zombie che con i loro smartphone giravano per le vie di Miami. Non erano veri zombie, chiaramente, ma persone che camminavano come assenti o sonnambuli, incollati ai loro telefoni cellulari. Mi sono allora chiesto: cosa accadrebbe se i non morti tornassero nuovamente in vita bramando le stesse cose che li preoccupavano nel regno dei vivi? Siamo tutti attaccati a qualcosa di materiale e, in un modo o nell'altro, siamo tutti zombie. Diversi sono stati i modelli a cui mi sono ispirato: dal classico L'isola degli zombies con Bela Lugosi a Ho camminato con uno zombie, splendido b-movie di Jacques Tourneur. Ma è La notte dei morti viventi di George Romero che mi ha fatto quasi da spirito guida. Numerosi sono in I morti non muoiono i riferimenti e i cenni a quello che è il classico dell'horror americano low budget, usato come allegoria sociale per la guerra in Vietnam o le lotte per i diritti civili o come metafora del tardo capitalismo e del consumismo. Il sottotesto sociopolitico permea del resto anche il mio film".
Il cast
A dirigere I morti non muoiono è Jim Jarmusch, regista e sceneggiatore statunitense. Nato ad Akron, nell'Ohio, nel 1953, Jarmusch all'età di diciassette anni si è trasferito a New York, dove si è laureato in Letteratura inglese. Senza alcuna pregressa esperienza nel mondo del cinema, è stato accettato alla Tisch… Vedi tutto
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Commenti (21) vedi tutti
Simpatico.
leggi la recensione completa di Carlo Cerutivisto recentemente e completamente dimenticato. Unico ricordo un Murray particolarmente noioso.
commento di gherritCi può stare come semi-parodia, ma la forte sensazione è quella di "già visto", troppe volte, e Jarmusch non riesce ad apportare niente di realmente innovativo o rilevante al filone.
commento di moviemanUn altro tassello, di certo non fondamentale, che si aggiunge alla ricca, superba ed incisiva filmografia del maestro americano...
leggi la recensione completa di DavideKingInk80Commedia nera un po' lenta e prevedibile. Cerebrolesi in azione. 6 meno
commento di BradyGodibile commedia nera con molte citazioni dei classici del genere. Carina la Swinton, a metà tra Beatrix Kiddo e Gollum, ma la battuta sul copione potevano veramente evitarla ... Voto 6.
commento di ezzo24"I morti non muoiono" è una divertente panoramica nello zombie-movie compiuta con spassosa padronanza del mezzo. Jarmusch mischia alcuni elementi iconici della sua poetica con l'ironia riflessiva dei Coen, la sovrabbondanza cinefila di Tarantino e gli stilemi tipici del genere. Il risultato è un film intelligente che non si prende troppo sul serio.
commento di Peppe ComuneDivertente incursione di Jarmusch nello zombie-movie che svincola dalle convenzioni del genere per riflettere sullo sfacelo contemporaneo. L'ispirazione procede a corrente alternata e le cadute di tono non mancano, ma la coerenza e la portata metaforica dell'operazione non sono da sottovalutare. Cast buono anche se non eccellente. Voto 6,5
commento di rickdeckardNeither Lovers Left Alive.
leggi la recensione completa di mckJim Jarmusch tenta di rinnovare l'abusatissimo genere zombie con l'ironia, ma delude con un'opera irrisolta e frammentaria, che nonostante il cast di prim'ordine si perde nei cliché e nell'autoreferenzialità: una fiacca variazione su un tema che ha finito per stancare.
leggi la recensione completa di port crosIl cinema zombi di Jim Jarmusch, tra Romero e O'Bannon
leggi la recensione completa di SamHookeyJarmusch firma la sua dissacrante, personalissima versione dell'apocalisse zombie, tra critica sociale, humour nero, citazioni cinefile e metacinema, in un film dai toni lenti, crepuscolari e pessimisti.
commento di Fanny SallyZombie-movie romeriano aggiornato ai nostri giorni in cui si critica la politica antiambientalista di Trump più il sempre attuale attacco al consumismo sfrenato. Regia elegante alternata a sequenze slasher. Sceneggiatura minima con dialoghi frizzanti; citazionismo, metacinema, cast stellare ed un pizzico di stravaganza no-sense. Promosso
commento di AndreaVenutiUn film zombesco un po' particolare che per un po' viaggia in linea con i precedenti del genere,poi imbocca una strada quasi grottesca in linea con le idee del regista,si puo' vedere.
commento di ezioè tutto così stanco, telefonato e banale. sceneggiatura, recitazione e regia ben al di sotto il livello di guardia. chissà cosa ha spinto Jarmusch, dopo aver dato un originale sguardo sui vampiri, a voler comunque dire la sua anche sul tema zombie, facendolo però in maniera così pedante e demotivata. mistero. pure gli UFO ci ha messo.
commento di giovenostaDialoghi ripetitivi e senza spessore. Un susseguirsi di tempi morti dal ritmo fiacco. L’evidente ironia sul decadimento della contemporaneità e il potenziale di satira che si scorge tra le righe del lavoro di Jarmusch si perdono nella noia autoreferenziale. Sceneggiatura realizzata con rara trascuratezza e attori poco motivati. Grande delusione. 2
commento di EstoniaJim Jarmush arriva agli zombi dopo George Romero e tanti registi, fra cui il nostro Dario Argento. Il cast ha molti nomi celebri, ma è difficile trovare empatia con essi, perché riassumono stereotipi già abusati. Fra gli attori chiamati in causa forse si salva in corner l'androgina samurai di Tilda Swinton.
leggi la recensione completa di Marco Poggi«Questa storia finisce male», ripete continuamente Adam Driver. Attraverso il suo personaggio, Jim Jarmusch sembra dirci: «Questo film è una merda, ma voi lo esalterete perché siete zombie del pensiero critico». Senza che sia necessario leggere il copione in anticipo.
leggi la recensione completa di M ValdemarZombi come metafora della Terra in disfacimento sia fisico che morale! Grande Jim!
commento di vjarkivSulla scia di Romero, di cui il film è un omaggio affettuoso e sgangherato, Jim Jarmusch tenta la chiave della critica agli odierni Stati Uniti, ma ha il fiato corto per via di una sceneggiatura a tratti imbarazzante. Diverte solo l'imperturbabilità di Adam Driver e Bill Murray di fronte agli eventi, prima di diventare stucchevole.
commento di ilbuonfabioCommedia zombie incredibile, piena di satira politica e umorismo nerissimo. Un film che di sicuro si prende poco sul serio, ma che fa riflettere come poche altre commedie uscite negli ultimi anni.
leggi la recensione completa di Leman