Regia di Joel Coen vedi scheda film
Jeffrey Lebowski (Jeff Bridges) è uno sfigato nichilista che si fa chiamare Drugo, con la passione per il bowling, l’andatura trasandata e due amici fuori dall’ordinario. Per uno scambio di persona comincia il rapporto con un suo misterioso omonimo e con la sua strampalata famiglia. Aiutato dall’amico Walter (un supremo John Goodman) tiene in piedi una storia difficile, legata ad un riscatto che non si sa bene dove sia finito, ma agognato da tutti (magnati del porno, teutonici nichilisti, adolescenti carenti in sociologia). La storia purtroppo ha un finale banale, con la voce fuori campo che chiede allo spettatore se la storia gli è piaciuta.
Ecco, il finale, assieme a qualche filo narrativo un po’ troppo sottile, è l’unico lato negativo di una pellicola per il resto decisamente grandiosa. Le cose migliori sono rappresentate dalle caratterizzazioni dei personaggi (da sottolineare un grande Buscemi, un superbo Turturro, una enigmatica Julianne Moore). Le scene mitologiche si sprecano: i trip mentali di Drugo, la fase di preparazione al tiro di Jesus (Turturro), i dialoghi di Donnie continuamente smorzati sul nascere, la personalità guerrafondaia-ebreo-fondamentalista di Walter.
Il film è un paradiso per occhi (e orecchie, vista la corposa colonna sonora): uno dei film più geniali degli anni ’90, ricco di metafore e rimandi ad alcune assurdità tipiche della post-modernità.
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