Regia di John Ford vedi scheda film
Confesso innanzitutto di essere condizionato dal fatto che questa pellicola vinse nel 1942 cinque Oscar, tra cui quello di Miglior Film (e mettiamoci pure anche quello per la Migliore Regia e la Migliore Fotografia) negandolo a concorrenti come "Il Sergente York" di Howard Hawks (ci può stare), "Il Sospetto" di Hitchcock (!), "Il Mistero Del Falco" di John Houston (!!) e, udite udite, "Quarto Potere" di Orson Welles (!!!). Un'altra cosa che un po' mi indispone è che le origini del romanzo di Richard Llewellyn da cui è stata tratta la pellicola non siano poi nobilissime: l'autore dichiarò di aver scritto il libro usando i propri ricordi dell'infanzia trascorsa nella zona di Gilfach Goch, ma poi si venne a sapere che in realtà lui non era mai vissuto nel Galles e che la fonte dell'opera furono le conversazioni con alcune famiglie di minatori del luogo. Aggiungiamo il fatto che la questione temporale sia un po' nebulosa: all'inizio vediamo un uomo (in verità non si vede il viso, ma solo le mani) che si presume decisamente adulto che fa le valigie per lasciare il suo paese e che si lancia in un flash-back in cui lo seguiamo dall'infanzia all'adolescenza, e la storia termina più o meno quando lui è diciottenne. Ed in mezzo allora cosa ci sta? In mezzo ci stanno altri tre libri scritti da Llewellyn, che sono quindi dei sequel, dove: nel primo è descritta l'emigrazione in Argentina, nel secondo la vita in Argentina, e nel terzo il ritorno nel Galles.
Dopo aver sparato le cartucce disponibili, passiamo alle note liete: buona la regia, buono il cast, buona la fotografia, la pellicola ha l'indubbio fascino di un classico anche se la vicenda dal vago sapore dickensiano risulta essere un po' ingessata e didascalica.
Curiosità: l'unico attore gallese del cast è Rhys Williams, che interpreta ottimamente la parte di Dai Bando, l'ex pugile protagonista di una felice sequenza con il maestro cattivo.
Facezia: dato che il carbone la fa da padrone incontrastato dall'inizio alla fine e che di erba se ne vede pochissima, solo in una scena, il film doveva chiamarsi: "Come era nera la mia valle".
Huw è l'ultimogenito in una famiglia di minatori nella valle di Rhondda nel Galles in età vittoriana: lo seguiamo mentre la sua famiglia si sfalda a causa di incidenti sul lavoro in miniera e la miseria costringe alcuni suoi fratelli ad emigrare....
Piglio sicuro, stile consolidato, respiro epico, ma non servono a fare di questo film un capolavoro.
L'attore canadese interpreta Mr. Gruffydd, il pastore che giunge nel villaggio ed ha una storia d'amore (platonico) con la sorella del protagonista. Grande personalità e carisma, ottima interpretazione.
Bella bella bella, bellissima, un'icona. Passando alle cose serie, l'attrice irlandese interpreta Angharad Morgan, sorella di Huw, che passa dai sogni giovanili al disincanto di un matrimonio sbagliato. Bella e brava.
Vinse un Oscar come Miglior Attore Non Protagonista interpretando la parte di Gwylim Morgan, il capofamiglia integerrimo e tutto d'un pezzo.
L'attrice inglese interpreta Bronwyn, colei che sposa Ivor, il fratello maggiore di Huw. Sembra destinata ad una parte significativa all'inizio del film, ma poi scompare e riappare solo a tratti.
L'attore britannico, tredicenne al momento delle riprese, interpreta il protagonista Huw Morgan e si rivela un'ottima scelta.
Nella colonna sonora di routine spiccano i brani cantati dai Welsh Singers.
Non mi permetterei mai.
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