FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2019 - SELEZIONE UFFICIALE
Nina e Madeleine sono in apparenza semplicemente due vicine che talvolta si frequentano nei momenti in cui la seconda, vedova con figlia e nipoti, non si dedica alla famiglia.
In realtà tra le due donne corre un condiviso e solidale rapporto amoroso che la prima, di origine tedesca, ex guida turistica incontrata dall'amica in Italia e trasferitasi nella città dell'altra per vivere assieme in segretezza un rapporto amoroso esclusivo e solidale, vorrebbe ufficializzare facendo lasciare la casa di proprietà alla seconda, per trasferirsi altrove, magari proprio nell'Italia galeotta e colpevole di averle fatte incontrare per sempre.
Dopo l'ennesimo litigio causato proprio dalla incapacità di Madeleine a svelare il suo segreto alla figlia e procedere con la vendita della sua casa, quest'ultima viene colta da un ictus che la paralizza e le toglie la parola. A quel punto Nina cercherà di restare vicino alla sua compagna, ma una badante incaricata dalla figlia di far fronte alle difficoltà della madre, ostruirà non poco la prosecuzione di un rapporto che a quel punto, pare ancora solidificarsi, nonostante l'insorgere di tutti quegli impedimenti e difficoltà.
Si arriverà a sfiorare il dramma, ma alla fine, come di fronte ad una Thelma e Louise mitteleuropee invecchiate, ma non meno unite e solidali, l'amore avrà la meglio sulla convenzione... o almeno a tutto ciò sarà bello credere arrivando fino all'intenso e commovente finale di questa bella storia.
Filippo Meneghetti, italiano con esperienze negli Usa soprattutto con il cinema indipendente, si cimenta con successo nel suo primo lungometraggio di finzione - produzione franco-belga-lussemburghese, e ci offre una storia appassionata e sensibile che possiede la corretta impostazione per convincere e regalare momenti di intensa emozione.
Merito, oltre ad una sceneggiatura ben impostata, opera anche dello stesso regista, e ad una direzione sicura e solida, di due attrici straordinarie come Martine Chevalier, bloccata nella sua parte dagli impedimenti di una malattia che la costringe a concentrarsi, da attrice navigata, sulle sfumature e sulla potenza dello sguardo, e la straordinaria diva del cinema tedesco Barbara Sukova, mito vivente d'attrice amata dai più grandi autori europei degli ultimi cinquant'anni (Fassbinder, Von Trotta, ma anche Von Trier e molti altri).
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