Regia di Filippo Meneghetti vedi scheda film
Una donna allo specchio, una stanza in penombra, un'altra donna le si avvicina, le accarezza i capelli, le bacia il volto. Poi spegne la luce e fanno l'amore, al buio totale, quasi in silenzio. Inizia così l'esordio nel lungometraggio di Filippo Meneghetti, regista nostrano già piuttosto noto fuori nazione, accolto con entusiasmo al Toronto Film Festival, è un film delicato e piacevole. Racconta la storia di Nina e Madeleine, donne di mezza età che si amano segretamente da anni. Tutti sono all'oscuro di questo amore, le credono solo vicine di casa, fin quando un drammarico evento farà venire a galla la verità.
L'amore, la sua universalità, il suo esistere oltre ogni cosa, è il fulcro intorno al quale ruota la pellicola. Il modo in cui Meneghetti racconta il condizionamento del giudizio altrui, le paure che incute è riflessivo e coinvolgente, la normalità che ci mostra, rende qualunque spettatore identificabile in esso e l'empatia con i personaggi diventa condizione obbligata, nonostante la storia protagonista non sia poi cosa così comune.
Il merito è anche e soprattutto delle due splendidi interpreti, Barbara Sukowa e Martine Chevallier, capaci di trasmettere l'essenza di un sentimento profondo e vero attraverso la tenerezza, senza volgarità, facendo della passione un baluardo contro il pregiudizio. La loro empatia è talmente forte che riesce ad essere trasmessa anche solo attraverso gli sguardi e i cenni di intesa che si scambiano.
Grazie alle musiche di Michele Menini, la sceneggiatura si plasma con le immagini, creando questo piccolo gioiellino che sembra, con la sua raffinatezza, aver avvolto il pubblico e la critica della 14esima Festa del cinema di Roma.
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