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Due

Regia di Filippo Meneghetti vedi scheda film

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La recensione su Due

di barabbovich
9 stelle

Madeleine (Drucker) è una vedova settantenne che vive nella provincia della Francia meridionale. La coetanea Nina (Barbara Sukowa, la musa di Fassbinder e della von Trotta), sua dirimpettaia, è anche la donna con cui ha una relazione da oltre un ventennio, quando il marito era ancora in vita. Con lei, Madeleine vorrebbe trasferirsi a Roma, la città dove le due donne si sono conosciute. Ma Madeleine sa anche che dirlo ai propri figli sarà un problema. Quando la donna rimane vittima di un ictus, per le due donne diventerà difficilissimo continuare a frequentarsi. E allora Nina farà di tutto per superare quel pianerottolo che sembra improvvisamente trasformarsi nelle colonne d'Ercole di un'intimità che viene negata, defraudata da qualsiasi diritto in nome di un perbenismo bigotto che coinvolge la badante e i figli di Madeleine.
Al suo esordio dietro la macchina da presa, il veneto Filippo Meneghetti conquista due strameritati César (gli Oscar francesi) per la miglior opera prima e la migliore sceneggiatura grazie a un film straordinariamente maturo che racconta con pudore e delicatezza i sentimenti di due donne costrette a lottare contro i pregiudizi. In una sorta di felicissima convergenza tra Qualcuno volò sul nido del cuculo, Away from Her e Amour, Due è un film capace di trasmettere allo spettatore ogni palpito delle due amanti attraverso un dispositivo narrativo inedito, che - non potendo passare tramite la parola che Madeleine ha perso - si serve di spioncini, incursioni notturne ai limiti della legalità, fughe repentine, abbracci soffocati dal puritanesimo parruccone di familiari ipocriti ed egoisti. Quanto basta a dare consistenza alle vibrazioni indomite di Nina, capace di un amore oblativo che riesce persino a danzare sulle note di Chariot (Betty Curtis) nel vuoto di una casa-rifugio che non può essere depredata dell'ultima cosa che le rimane: l'amore per un'altra donna.

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