Regia di Antonio Bonifacio vedi scheda film
Un fumettista salva una bella sconosciuta da un'aggressione; vorrebbe rivederla, ma non ha alcun indizio per poterlo fare. Infine scopre che si chiama Laura e la reincontra, ma un equivoco allontana nuovamente i due. Lei muore giovanissima per un'atroce malattia.
Gigliola Aragozzini muore giovanissima per un'atroce malattia, avendoci lasciato solo questa sua modestissima prova come interprete, nella quale oltrettutto viene profetizzata con impressionante precisione la sua prematura fine. Figlia del noto Adriano, patron del festival di Sanremo, la Aragozzini non è neppure male come attrice; certo che il contesto non aiuta granchè, però, dato che la trama è un guazzabuglio di sciocchezze da fotoromanzo, la messa in scena dozzinale e nel resto del cast i latrati si sprecano. Ad esempio per il protagonista maschile Nicholas Rogers, reduce dai successi televisivi di due episodi (il 3 e il 4) di Fantaghirò, belloccio senza qualità; i nomi sfoderati come guest star, impegnati in un cameo, sono da antologia del trash: Amadeus, Federica Panicucci, Marta Flavi e, ovviamente, Nek, il cantante del brano che dà il titolo alla pellicola. In una particina c'è anche la giovane Laura Chiatti. Una storia romantica e tragica dai risvolti 'artistici' (il personaggio principale disegna fumetti) che la pone perennemente a cavallo fra realtà e finzione: dettaglio ancora più inquietante se si considera la prima osservazione fatta sulla protagonista femminile; la sceneggiatura è di Gianfranco Clerici e Daniele Stroppa. Antonio Bonifacio aveva già diretto il similmente insipido e 'musicale' Nostalgia di un piccolo grande amore (1991). 1,5/10.
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