Regia di Ari Aster vedi scheda film
Dopo avere perso la sorella e i genitori in maniera tragica, Dani decide di accompagnare il suo fidanzato in una specie di comunità rurale per partecipare a un festival folkloristico. Ma quella che dovrebbe essere una piacevole gita si trasforma in una lenta discesa nell’orrore.
Dopo February, di Oz Perkins, questo Midsommar - Il villaggio dei dannati, di Ari Aster, è il secondo notevole film horror che mi è capitato di vedere quest’anno. Aster riesce a creare un’atmosfera inquietante marcando il contrasto tra i lustrini, i fiori, le belle donne, che riempiono la comune in salsa hippy, e la reale malvagità dei suoi partecipanti, che fanno della morte il supremo rito celebrativo, l’estrema ratio per tenere in piedi il tutto. L’orrore arriva piano, senza scene di sangue, dietro i sorrisi degli abitanti della comune, dietro i loro gesti cortesi: ma quando arriva è implacabile, anche se veste i colori sgargianti e piacevoli della primavera. Una grande inventiva e una notevole fotografia fanno di questo horror un’opera non solo estremamente inquietante (ci si libera a fatica, terminata la visione, dalla sottile angoscia che lascia addosso) ma anche ricercata e curata in ogni singolo dettaglio. Fatti di cronaca reale che riguardano comuni davvero esistenti o esistite dove ne succedono di tutti i colori rendono il tutto ancora più spaventevole. Da gustare fino all’ultimo minuto.
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