Regia di Ari Aster vedi scheda film
Uno studente svedese invita i suoi compagni di studi americani a passare con lui la festa di mezz'estate. Si troverà in una comune molto ospitale ricca di musica, canti, droghe e inquietanti ritualità. Lento e soporifero ma tecnicamente impeccabile.
Alcuni contrasti rendono questa pellicola esteticamente formidabile. L'incipit claustrofobico e angosciante introduce un film ben diverso da quello che seguirà, i tempi sono più compatti, l'ambientazione interna, le angosce debordanti. Poi si cambia registro, tutto diventa luminoso, sorridente, compassato, pur mantenendo un'atmosfera misterica pregna d'inquietudine. Fotografia ottima, coreografie accattivanti e scenografia d'impatto sono i punti di forza di questa pellicola che soffre, inutile negarlo, un ritmo davvero soporifero ma tutto sommato funzionale al racconto. Le ritualità necessitano di tempistiche loro per poter essere comprese a pieno e produrre un processo di immedesimazione nello spettatore. Difficile valutare nel complesso questo film, da un lato ha degli innegabili pregi tecnici, dall'altro la trama racconta qualcosa di prevedibile e per troppi versi già visto. Una sufficienza però è decisamente troppo poco.
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