Regia di Ari Aster vedi scheda film
Midsommar, un (troppo) lungo viaggio nella ricerca del folklore scandinavo in una comunità tra hippie e Jonestown.
Ultimamente vanno di moda i film sopra le due ore, anche quando non ce ne sarebbe alcun bisogno e anche nei film di genere, come questo Midsommar, che dovrebbe essere un horror, di due ore mezzo circa. Difficile mantenere la tensione e l'interesse per tutto questo tempo, ma uno dei problemi di Midsommar è che la tensione non c'è neanche all'inizio, purtroppo neanche verso il finale quando le cose quasi d'improvviso prendono una piega malsana, già intuibile da un pezzo.
Andando per ordine, un gruppo di universitari tra cui Dani, ragazza che ha avuto nel proprio recente passato un esperienza davvero orribile, e il suo ragazzo Christian, che sembra più sopportarla senza riuscire a lasciarla che amarla (e già questa premessa occupa troppo spazio), si recano in viaggio in Svezia per una vacanza studio. Ospite è il loro amico Pelle, cresciuto in una comunità in stile Hippie, dove si lavora, si mangia quello che si coltiva e si raccoglie, ci si droga, si canta e si balla (troppo, anche in questo caso)... Questa comunità, ovviamente isolata dalla civiltà, vive da tempo immemore secondo tradizioni arcaiche che alcuni dei ragazzi vogliono studiare. Col passare dei giorni assistono ad eventi sconvolgenti e segnali inquietanti iniziano a manifestarsi, sebbene loro non sembrino accorgersene... Infine la comunità scoprirà il vero volto delle loro tradizioni e si capirà l'ovvio motivo dell'invito.
Come già detto Midsommar è un film troppo lungo, con dei protagonisti spaesati (forse anche storditi da droghe naturali ma comunque troppo ingenui) interpretati da attori a mio parere non particolarmente bravi, che vagano in questa bellissima zona assistendo di tanto in tanto ad eventi più o meno sconvolgenti, qualcuno in modo molto esplicito altri in maniera più sottile, che però non mettono loro alcuna ansia o preoccupazione. Dopo questa lunga contestualizzazione quasi d'improvviso come già accennato le cose precipitano. Forse solo il finale può essere definito horror, ma è tardi e in parecchi si saranno già addormentati. Inoltre questa parte finale è abbastanza scontata e nonostante tutto il tempo trascorso alcune cose restano abbozzate e poco chiare.
Midsommar è stato molto spesso paragonato a "The Wicker Man", soprattutto al remake del 2006 "Il Prescelto" con Nicholas Cage (nota: consiglio molto l'originale, "The Wicker Man", del 1974) ma è un paragone fuori luogo: le uniche cose in comune sono una ambientazione vagamente simile, cioè una comunità isolata che vive secondo antiche tradizioni, e in parte lo scopo dell'invito fatto ai ragazzi, ma per tutto il resto non c'è alcuna somiglianza.
In conclusione mi sembra un lavoro più pretenzioso che ambizioso, lo dico da appassionato di mitologia norrena e folklore in generale, ed è anche deludente per chi si aspetta un film horror. Troppo lungo e noioso.
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