Trama
Una coppia giunge in Svezia per far visita a un amico che vive in un villaggio di campagna. L'idea è quella di passare con lui la tradizionale festa di mezza estate che si celebra sul posto. Quella che doveva essere una vacanza paradisiaca si trasformerà presto in una violenta e curiosa competizione per via di un culto pagano.
Approfondimento
MIDSOMMAR - IL VILLAGGIO DEI DANNATI: LA FINE DI UNA RELAZIONE IN UN MONDO ANCESTRALE
Diretto e sceneggiato da Ari Aster, Midsommar - Il villaggio dei dannati racconta la storia di Dani e Christian, una giovane coppia americana sull'orlo della rottura. Dopo che una tragedia familiare colpisce Dani, il dolore li tiene ancora insieme e i due si uniscono ai loro amici per prendere parte a un festival di mezza estate che si tiene in uno sperduto paesino svedese. Quella che inizia come una spensierata avventura in una terra bagnata d'estate dalla costante luce del sole prende una svolta sinistra quando gli abitanti del posto invitano i ragazzi a diventare parte integrante dei loro riti primitivi, sempre più snervanti e inquietanti.
Con la direzione della fotografia di Pawel Pogorzelski, le scenografie di Henrik Svensson, i costumi di Andrea Flesch e le musiche di Bobby Krlic (meglio noto come The Haxan Cloak), Midsommar - Il villaggio dei dannati è una fiaba oscura e allucinatoria che esplora diversi temi che vanno dalla fedeltà personale all'influenza sociale all'eredità culturale, trascendendo il genere horror e prefigurandosi come esperienza a se stante. Costruendo l'intero villaggio svedese in territorio ungherese, Aster mette in scena un mondo in cui la lingua, la storia, la mitologia e le tradizioni collimano con il bisogno emotivo di Dani di ritrovare se stessa e andare avanti con la propria esistenza. Ha dichiarato il regista: "Midsommar - Il villaggio dei dannati ha preso forma ben prima di Hereditary - Le radici del male, il mio lungometraggio d'esordio. Uscivo anni fa da una relazione durata tre anni e stavo riflettendo sulle conseguenze delle rotture sentimentali quando ho cominciato a scrivere la sceneggiatura di quello che per me era un dramma familiare camuffato da horror. Sono partito da una semplice immagine: il fuoco sacrificale di un tempio e da lì ho immaginato la protagonista Dani Ardor che, alla ricerca di una catarsi, bruciava la scatola contenente tutti gli oggetti legati alla sua relazione sentimentale, come se volesse liberarsi definitivamente dal peso dei ricordi. Pensando all'idea della vacanza, mi è venuta in mente la Svezia: ho chiesto allora al mio amico Svensson di aiutarmi a capire l'ambiente e la cultura della nazione, a me sconosciuti. Nel 2013, poi, Svensson ha avuto un piccolo ictus e per riprendersi è tornato nella sua terra, studiandone folklore e tradizioni pagane e mandandomi a Los Angeles i resoconti delle sue scoperte. Anch'io non sono stato da meno e, tuffandomi nelle ricerche, ho studiato le tradizioni nordiche, svedesi, inglesi e persino tedesche".
"Le ricerche - ha proseguito Aster - non si sono limitate allo studio. Ho deciso di recarmi io stesso in Svezia, di visitare i musei tradizionali, di girare per le isolate fattorie del nord, di intervistare esperti e di addentrarmi nello studio dei costumi tribali. Ho avuto così modo di entrare in contatto con le comunità rurali svedesi, mondi che da oltre 500 anni continuano a tramandare le loro tradizioni religiose senza farsi intaccare dal tempo e dalla modernità. Man mano che le ricerche diventavano sempre più approfondite, mi addentravo in territori sempre più nefasti, come quello dei metodi di tortura vichinghi".
Il cast
A dirigere Midsommar - Il villaggio dei dannati è Ari Aster, regista e sceneggiatore statunitense. Con un master in Regia conseguito all'AFI Conservatory, Aster ha scritto e diretto diversi cortometraggi, che sono stati presentati in diversi festival in giro per il mondo, dal Sundance all'SXWX passando per lo… Vedi tutto
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Commenti (30) vedi tutti
Non privo di una certa liucidità. Ma completamente senza senso. Questi vivono come fosse sempre estate... in Svezia, dove un clima così dura 3 giorni. Simboli e tradizioni curiosi, in un horror che non è così originale. Vedi 'Il prescelto'e altri. Poi i soliti ragazzi dementi... ma chettibeviquellintruglio??? 4
commento di BradyFilm noioso e senza colpi di scena. Sconsigliato a chiunque pretenda un pizzico di spettacolarità ad ogni genere di film. Voto: 4
commento di GARIBALDI1975Film che potrebbe piacere soltanto a chi non ha mai visto il cult "The Wicker man"...ma quello del '73.
leggi la recensione completa di videodrim72E te pareva che poi alla fine,arrivava la classica scena di Sesso in questo triste melange di Sette,(Horror ??? Dove poi ???) e altre psicosi varie.voto.0.
commento di chribio1Spesso faccio fatica a comprendere l’incapacità di trovare del buono in pseudo horror acclamati a gran voce. Poi arrivano pellicole come questa e mi riappacifico appieno con la mia inadeguatezza.
leggi la recensione completa di LAMPURUn film così schizofrenico non lo mai visto
commento di eros7378Piantatela una buona volta con "con la direzione della fotografia... le scenografie... i costumi... e le musiche... di cui non importa e nessuno!
commento di giulio123Il regista ha pensato di realizzare un grande film basato sulle sue psicosi. Ne è venuta fuori una boiata solenne.
commento di ClochardMidsommar, un (troppo) lungo viaggio nella ricerca del folklore scandinavo in una comunità tra hippie e Jonestown.
leggi la recensione completa di XoanonContinuare ad ignorare l'orso. Ha poco più di vent'anni, Dani, e la sua mezz'estate è ancor ben lontana. Ha rimpiazzato la sua famiglia d'origine (non è una questione di emancipazione, ma di cose che avvenendo accadono, e capitando succedono) abortendo per tempo la nascita di una famiglia di ripiego. Certo è che non prende più pillole per sognare.
leggi la recensione completa di mckUn film bizzarro, sorprendente e granguignolesco. Istruttivo per certe realtà nordeuropee poco note e forse anche poco praticate, mi auguro. Le Uniche rune che ho visto sono a Utrecht, Olanda, mentre la gente dei Paesi baltici, della Carelia, e degli stessi Paesi scandinavi- che ho visitato mi sembra sia ormai civilizzata.E' una bella fiaba horror.
commento di PieroFilm in bilico tra fascinazione e repulsione, comunque la sospensione della "sospensione dell'incredulità". Mezzo banale e mezzo assurdo, ma il cinema se lo può permettere.
commento di blualberto1966Ottima prima mezzora poi si perde. Gli orrori della comunità vengono svelati troppo presto e la reazione degli studenti è poco credibile. I soliti studenti tonti dei film horror ( questo non fa paura ) che ci impiegano una vita a capire il pericolo. La cultura pagana è descritta in modo superficiale e non arricchisce il mistero.
commento di egon72Il talento promettente di Aster si riconferma in questa seconda opera in cui il crescendo di tensione è tutto costruito sui contrasti tra natura idilliaca e barbare tradizioni secolari, con un'atmosfera a metà tra la visione estatica e l'incubo ad occhi aperti. Originale e interessante.
commento di Fanny SallyDeludente.
leggi la recensione completa di Carlo CerutiEchi distanti di "The Wicker Man".
commento di moviemanAri Ater colpisce ancora...
leggi la recensione completa di TerenceFletcherInsolito "horror" Seconda prova cinematografica di Ari Aster, non male.
leggi la recensione completa di Furetto60Alcune scene sono veramente comiche...ho detto tutto!
commento di rossoanticoUno studente svedese invita i suoi compagni di studi americani a passare con lui la festa di mezz'estate. Si troverà in una comune molto ospitale ricca di musica, canti, droghe e inquietanti ritualità. Lento e soporifero ma tecnicamente impeccabile.
leggi la recensione completa di alfatocoferoloMolto meglio del precedente. La scena del suicidio/sacrificio è già antologica, poteva ben essere un cortometraggio tanto è incisiva e autonoma visivamente e a livello di contenuto.
commento di scapigliatoil ridicolo involontario sfiorato in alcune scene viene ben controbilanciato da una fotografia e una musica di grande impatto, e tutto sommato dalla regia, a ritmo lento fin che si vuole ma non punitivo (come spesso succede). che i vecchi si tolgano la vita quando è finito il "ciclo" (vedi La Ballata di Narayama) è la cosa più interessante del film
commento di giovenostaFilm brutto come pochi! Di una lentezza esasperante, quando finalmente prende il via diventa semplicemente fuori di testa. Non mi resta nulla dopo la visione d questo film e d'altro canto spero di dimenticarlo il prima possibile.
commento di ValekLa famiglia cellula malata di un organismo sociale abnorme e degenere:il filo rosso(sangue) che lega i due cimenti horror del giovane Aster nel dominio del perturbante.L'adorazione di misteriche entità (sovra)naturali riproduce l'infinita ciclicità della vita e della morte negli arcaici rituali di baccanali sacrificali.Il terrore è nel fuori campo.
commento di maurizio73Midsommar è un film che può piacere a 4 o forse anche 5 persone in tutto il mondo. È un film talmente particolare che probabilmente, se non apprezzate questo particolare stile, lo odierete dal primo all’ultimo minuto. Se siete invece tra quelle 4/5 persone che lo sanno apprezzare, lo amerete alla follia.
leggi la recensione completa di LemanSe si vuole trovare una strada nuova dell'horror bisogna rivolgersi a pellicole come questa,certo e' lungo,certo migliora strada facendo fino a una bella seconda parte.L'accoppiamento davanti a uno stuolo di adepte nude ha la sua incisivita',consigliato.Voto7.5
commento di ezioFilm orribile. Lentissimo. L'inizio non c'entra niente con tutto il film e dura una buona mezz'ora. Alcune scene sono decisamente splatter e di horror non ci ho trovato niente. Ho sprecato due ore e mezza della mia vita
commento di milopa“Sani e pazzi potrebbero scambiarsi i ruoli… se un giorno i pazzi fossero la maggioranza, lei si ritroverebbe dentro una cella imbottita”. Il seme della follia, John Carpenter, 1994
leggi la recensione completa di KurtisonicAri Aster è un regista senza stile, talento, originalità, immaginazione, senza un'idea registica degna di questo nome; un manipolatore che scambia per pathos la semplice dilatazione dei tempi narrativi.
leggi la recensione completa di maldororPartiamo dal meglio. Il punto di vista espressivo. In tal senso il film si distingue infatti per una certa visionarietà alimentata anche grazie all'ottima direzione della fotografia di Pawel Pogorzelski. Coordinata dagli originali costumi di Andrea Flesch e le sublimi scenografie di Henrik Svensson esse contribuiscono a gettare lo spettatore in un
leggi la recensione completa di gaiart