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La paura mangia l'anima

Regia di Rainer Werner Fassbinder vedi scheda film

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La recensione su La paura mangia l'anima

di steno79
10 stelle

Forse il capolavoro di Fassbinder e il suo melodramma più esplicitamente sirkiano, una sorta di remake di "All that heaven allows" con Rock Hudson. La storia d'amore fra l'anziana signora tedesca Emmi e il giovane immigrato marocchino Ali è posta sotto il segno della difficoltà di accettazione da parte di una società bigotta  che svela l'animo razzista della Germania anni Settanta  (da questo punto di vista è un film autobiografico per Fassbinder). Nonostante ciò,  questa love-story conserva una sua dolcezza non priva di trepidazione che lo rende uno dei film più teneri di Fassbinder, lontano dalle derive masochiste e vittimiste di altre sue opere. Il Morandini lo definisce "un po' schematico nella divisione fra buoni e cattivi", ma se si considera l'andamento della seconda parte in cui Emmi viene infine accettata dalle colleghe di lavoro e dai familiari,  non mi sembra di poter condividere questo appunto. Fassbinder dirige con grande sicurezza dei propri mezzi espressivi, spesso scegliendo inquadrature in cui i personaggi sono come segregati dietro finestre o divisori;  il ritmo è scorrevole,  non ci sono cadute di tono e le composizioni figurative sono in genere accattivanti. Brigitte Mira è magistrale nel ruolo dell'anziana Emmi e El Hedi ben Salem è ben diretto per essere un attore non professionista, in quel periodo partner di Fassbinder (che gli concede anche alcune inquadrature di nudo integrale, inusuali in un film dei primi anni Settanta). Un film maturo e intenso, ottimamente risolto a livello tecnico, vibrante nella sua denuncia,  si pone certamente tra i risultati più alti del regista bavarese, forse il suo film più universalmente ammirato al giorno d'oggi.

Voto 10/10

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Ultimi commenti

  1. maurizio73
    di maurizio73

    Che dire, Fassbinder è un autore non facile per la congerie spesso ossessiva di temi sotterranei ed inconsci che emergono sempre attraverso la ritualità di una messa in scena melodrammatica calibrata e puntuale. Da riscoprire.

    1. steno79
      di steno79

      Grazie Maurizio del commento che condivido interamente... Fassbinder era un regista di melodrammi molto attento alla messa in scena e a tematiche scomode per quegli anni, in questo caso il razzismo che colpisce il "diverso" su base razziale, ma era qualcosa che lui aveva sperimentato sulla sua pelle... ciao

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