Regia di Mario Bonnard, Sergio Leone vedi scheda film
Nell'antica Pompei si verificano alcuni brutali assassinii e la colpa viene scaricata dai pagani (quelli che credono nel dio sbagliato) sui cristiani (quelli che credono nel dio giusto). I cristiani sono imprigionati e perseguitati, ma dio (quello giusto) non vuole sentire ragioni e, tronfio di misericordia, sbriciola la città.
Gli ultimi giorni di Pompei è uno fra i peplum più insulsi e assurdi mai prodotti. Eppure ne venivano girati a iosa, in quegli anni, e solitamente con budget ben inferiori a quelli qui disposti dalla coproduzione fra Italia, Germania e Spagna; ma non bastano buoni interpreti e una sceneggiatura scritta a più mani per confezionare una pellicola all'altezza dei kolossal storici americani dell'epoca. In secondo luogo si tratta di un soggetto talmente stravisto nel cinema nostrano che, al 1959, Gli ultimi giorni di Pompei risulta già titolo di ben sei altri film: questo è il settimo in ordine cronologico. E l'unico motivo per cui ancora oggi qualcuno se lo ricorda è perchè stiamo parlando della prima regia che Sergio Leone 'non' abbia mai fatto. L'ha fatta, eccome: per gran parte della lavorazione dietro la macchina da presa c'era lui, in realtà accreditato come addetto alla seconda unità; ma il regista che figura sui titoli di testa è Mario Bonnard, che per questioni di salute però non riuscì a portare avanti le riprese, affidandole proprio a Leone. Il romanzo omonimo di Edward Bulwer-Lytton (1834) è il punto di partenza del copione licenziato da Ennio De Concini, Luigi Emmanuele, Duccio Tessari, Sandro Leoni, Ray Russell, Sergio Corbucci, Robert Dillon e ancora Sergio Leone. In definitiva, un calderone di azione, emozioni, retorica, buoni sentimenti, virilità e situazioni grossolane, tutto mal mischiato e con i soliti momenti trash che costituiscono i veri punti di forza di questo genere: verso il finale c'è pure un combattimento nell'arena di un gladiatore contro un leone-peluche. A considerare che per questo mediocre risultato sono stati impegnati Eraldo Da Roma (montaggio), Antonio Ballesteros (fotografia), Angelo Francesco Lavagnino (musiche) e, fra gli attori, Fernando Rey, Steve Reeves, Mimmo Palmara, Christine Kaufmann e Barbara Carroll, ci si rimane parecchio delusi. 2,5/10.
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