Regia di Viggo Mortensen vedi scheda film
Nonostante una buona regia e l’ottima prova di tutti gli attori (per Lance Henriksen la performance della vita, seppure tardiva), “Falling” è un triste loop dove la medesima situazione si ripete a sfinimento fino a quel finale catartico (ma fondamentalmente inconcludente) che ci aspettavamo fin dall’inizio. Peccato, perché c’erano stoffa e materiale per fare molto di più. La mano di Mortensen è misurata e attenta, memore delle lezioni dei più grandi (pensiamo a Cronenberg anche e soprattutto in virtù del bel cameo, ma “Falling” deve anche molto a certa neo-classicità Eastwoodiana), ma rimane ingabbiata nell’andirivieni tra passato e presente e nel pedinamento assiduo di scene madri. Un dramma familiare profondamente americano (l’assenza del padre, o la sua negligenza educativa e le sue colpe sono al centro del cinema a stelle e strisce e della sua identità più profonda e radicata), ma che non aggiunge nulla al canovaccio.
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