Trama
Conservatore e tradizionalista, Willis lascia la sua fattoria di campagna per trasferirsi a Los Angeles. Qui, vivrà con la famiglia del figlio gay John, che condivide casa con il compagno Eric e la loro figlia Monica.
Approfondimento
FALLING: L'INCONTRO DI DUE MONDI DIVERSI
Diretto e sceneggiato da Viggo Mortensen, Falling esplora le fratture e i contrasti di una famiglia contemporanea. John vive con il suo partner Eric e la loro figlia adottiva Monica nel sud della California. Suo padre Willis è un contadino che appartiene a un'era e a un modello familiare molto più tradizionali di quelli del figlio. Alle prime fasi della demenza senile, Willis non sembra più in grado di occuparsi da solo dei compiti che la fattoria impone. Poiché il suo stato mentale comincia a peggiorare, John decide di portarlo a Los Angeles con la speranza che lui e la sorella Sarah possano aiutare il genitore a trovare una casa più vivina a loro dove poter trascorrere la vecchiaia. Le buone intenzioni di Sarah e John si scontrano quasi subito con il rabbioso rifiuto di Willis di cambiare il suo stile di vita. Trasferendosi a tempo indeterminato da John, padre e figlio vedono presto i loro due mondi - molto diversi - scontrarsi. Il comportamento di Willis è caustico ma anche divertente, con esplosioni che sconvolgono la sua famiglia liberale. Questo lo rende amabile agli occhi della nipote ma si rivela troppo per John, riportando a galla vecchie ferite e creandone di nuove. Con la memoria di Willis in rapido declino, i suoi pensieri tornano alla sua prima moglie, Gwen, un amore che ancora lo tormenta. Padre e figlio affrontano gli eventi che li hanno fatti a pezzi e i loro diversi ricordi di Gwen, passando dall'oscurità a luce, dalla rabbia e dalla gelosia fino all'accettazione, alle risate e alla grazia conquistata duramente.
Con la direzione della fotografia di Marcel Zyskind, le scenografie di Carol Spier, i costumi di Anne Dixon e le musiche di Viggo Mortensen, Falling è stato così presentato dallo stesso Mortensen in occasione della partecipazione al Sundance Film Festival 2020, prima di essere selezionato dai Festival di Cannes, Toronto e San Sebastian: "Ci sono poche relazioni fondamentali e complesse come quelle tra padre e figlio e pochi eventi sono destabilizzanti come la perdita di un genitore, quel momento in cui vengono tagliati quei legami che ti collegano con la terra. L'idea di Falling mi è venuta mentre attraversavo l'Atlantico in aereo dopo il funerale di mia madre. Non riuscivo a dormire, la mia mente era invasa da ricordi e immagini di lei e della nostra famiglia nelle diverse fasi di vita condivisa. Sentendo il bisogno di descriverli, ho iniziato a scrivere una serie di episodi e frammenti di dialogo che ricordavo dalla mia infanzia. Più scrivevo su mia madre, più pensavo a mio padre. Durante quel volo notturno, le impressioni che appuntavo si erano trasformate in una storia composta principalmente da conversazioni e momenti che non erano mai realmente accaduti, linee parallele e divergenti che in qualche modo di incastravano allargando la prospettiva dei ricordi reali che avevo costruito intorno alla mia famiglia. Sembrava che le sequenze inventate mi permettessero di avvicinarmi alla verità dei miei sentimenti verso mia madre e mio padre piuttosto che un semplice elenco di ricordi specifici. Il risultato ha dato vita a una storia padre-figlio intitolata Falling su una famiglia immaginaria che condivide alcuni tratti con la mia".
Il cast
A dirigere Falling è Viggo Mortensen, attore, poeta, fotografo e musicista statunitense al suo debutto come regista. Nato nel 1958 a Manhattan da madre statunitense e padre danese, si è laureato in Scienze politiche e Letteratura spagnola (ha trascorso i primi anni della sua vita, per via del lavoro paterno, tra… Vedi tutto
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Commenti (3) vedi tutti
Davvero un buon esordio,duro e crudele,senza sconti sui rapporti umani all'interno della famiglia,promosso con convinzione.sfacciato e senza peli sulla li Ingua.
commento di ezioCommedia semi seria fra il patetico e il comico. Senza lode ne infamia.
commento di gruvierazUno spot, fine a sé stesso, di inculcare il politically correct nella mente degli spettatori (pare funzionare del resto). Henricksen sembra funzionare, ma in realtà sta lucidamente recitando la mancanza di lucidità che dovrebbe essere il soggetto del film. E' lucidissimo quando deve trasmettere il messaggio per cui il film è stato finanziato.
commento di fra_paga