Tra l'autunno del 1897 e l'estate del 1898 quattro famiglie trascorrono, apparentemente in modo tranquillo, la loro vita in una cascina della campagna bergamasca. Tra i componenti di questa comunità esiste un profondo legame che li porta a vivere insieme le cose belle e quelle brutte che la vita riserva loro. Quando si tratta di versare al severo Mesagiù, il padrone della fattoria, i due terzi dei prodotti agricoli tutti cercano di barare per guadagnare qualche chilo di farina. Insieme uccidono il maiale, separano i contendenti e prendono parte alle sagre paesane e alle funzioni religiose. Un giorno a Menek si rompe uno zoccolo e papà Batistì per ripararlo è costretto a tagliare, senza chiedere permesso, una pianta del padrone.
Note
Ermanno Olmi costruisce un soggetto dove poesia e quotidinità vanno a braccetto. Realizzato con attori non professionisti prelevati dalla campagna bergamasca il film colpisce per la sua forza e la trasparenza con cui descrive il mondo contadino. Carmelo Silva, famoso disegnatore itaiano di calcio interpreta il prete. Palma d'oro al Festival di Cannes nel 1978.
Ritratto didascalico e documentaristico (in forma assolutamente buonista), di un mondo che fortunatamente è scomparso, speriamo per sempre, con condimento di atrocità sui più indifesi. Nulla da salvare, a parte la forma pittorica ed i movimenti di macchina. Merita di essere maneggiato con lo stesso abbruttimento culturale che tanto idolatra. Voto 5
Una trasposizione di un periodo storico fatta a mio parere talmente in modo magistrale che ogni volta che lo rivedo mi fa vivere la vicenda narrata in prima persona come se fossi parte del del dipinto. Ho scritto dipinto perché è tale intriso di poesia.
Capolavoro assoluto.
Come accade fatalmente per tutte le grandi opere, ognuno vi legge quello che può. Se non si hanno gli strumenti, si legge poco e male; i più fortunati troveranno molto.
Splendida ricostruzione storico-emotiva di un mondo scomparso. Giudico patetico dare voti negativi al film sotto l'ottica animalista del giorno d'oggi.
Una rappresentazione pittorica di un realismo storico quasi assoluto. La vita, senza colpi di scena. La storia della vita nella pianura bergamasca. Una porzione dell'Italia che fu. Valore storico-culturale: 10/10. Spettacolo: 7/10
Film profondamente poetico, che racconta la vita dei contadini in una corte lombarda alla fine dell'800. Alcuni momenti un po' troppo idilliaci, ma il ritmo scandisce emotivamente un mondo che non c'è più.
Film visionato per motivi Familiari e per curiosita' : a parte il discorso della Vittoria con la Palma d'oro al Festival di Cannes nel 1978 e tutta una osservazione della Vita nella Bergamasca alla fine dell''800,personalmente mi sono rimaste impresse le orrende Morti dell'Anatra e specialmente del povero Maiale !!! voto.5.
Lo scrigno del nostro passato. Probabilmente più un documentario che un film. Un mondo ormai tanto lontano che sembra mai sia esistito e dal quale avremmo tanto da imparare, almeno per quanto riguarda il saper fare comunità. Perfetto!
Una fotografia, forse la più veritiera, della vita contadina dei nostri avi. La quotidianità trascorre tra lavoro e preghiera creando un riquadro di gente semplice, che conosce solo la terra e che si affida totalmente a Dio. Un ritratto da vedere con occhi romantici e orgogliosi.
Qui ci sono i racconti e i ricordi di mio nonno, di mio papà bambino, e i miei di quando andavo a rovistare la soffitta piena di cose sconosciute, e foto sbiadite.Ricordi che mi hanno commosso.voto 10/10
Ho questo film in videoteca da parecchi anni e l'ho sempre stupidamente snobbato. Invece mi è piaciuto molto, mi ha commosso, emozionato, interessato, affascinato.
Le nostre origini. Un pezzo di storia più che un film, meno "spettacolare" di Novecento ma dal valore instemabile. Da preservare come la Stele di Rosetta.
Sono sempre gli ultimi i soggetti su cui pone l'accento Ermanno Olmi, i lavoratori della terra, coloro che sudano e vivono nel fango, che vedono finita la loro vita con la morte di un bovino. Il sale della terra.
Un delicato e tuttavia amaro documento in forma di poesia su un'epoca non troppo lontana. Uno dei pochi veri capolavori della cinematografia italiana. Olmi al suo meglio.
VOTO 10/10 Il più bel film di Olmi e un vero film d'arte nell'ambito della cinematografia italiana degli anni Settanta. Ispirato a racconti orali che lo stesso regista aveva ascoltato dai nonni, è un appassionato ritratto del mondo contadino nella regione bergamasca alla fine dell'Ottocento, ricostruito con estrema precisione nelle ambientazioni, nei colori e perfino nelle sonorità del… leggi tutto
Circa a metà del film, un intellettuale tiene un comizio parlando di egualitarismo e progresso sociale. Uno dei contadini protagonisti vi si avvicina, ma non per ascoltare: ha intravisto per terra una moneta che intende, come è ovvio, fare sua. Pervenuto al suo minuscolo obiettivo, fugge via a gambe levate con un sorriso dall'orecchio all'altro. I contadini di Olmi… leggi tutto
IL film racconta l'Italia contadina in modo sicuramente abbastanza realistico,anche se spesso Olmi è troppo buonista e glissa su gli aspetti peggiori dei contadini di fine 800.
Alla pellicola va sicuramente riconosciuto il merito di un certo impegno,e a Olmi la bravura nel dirigere un cast di veri contadini(gli attori sono tutti contadini lombardi),tuttavia il film manca di ritmo,non coinvolge… leggi tutto
Giunti alla Sesta Serie dei Ricordi Entomologici un’indomita, furibonda e smagliante meraviglia s’accampa e s’incista, col suo sorprendentement’eterno rinnovars’imperituro, nella mente del…
Quanta metafisica per un po’ di sterco ovino! Giunti alla lettura della qui presentata Quinta Serie (1897) dei Ricordi (Souvenir) Entomologici (1879-1907) di Jean-Henri Fabre (1823-1915: il naturalista…
Semplicemente I FILM (italiani) che mi han cambiato la vita facendo nascere la profonda passione che occupa oramai da decenni la quasi totalità del mio tempo libero. Pellicole per cui il termine CAPOLAVORO…
Da poco pubblicata la lista dei più grandi film di sempre da parte del prestigioso istituto britannico di cinematografia. Grandi conferme e alcune sorprese. Alcuni grandi film e registi forse ingiustamente…
Riporto qui un virgolettato di Maurizio Gily, “consulente in viticoltura sostenibile e biologica, divulgatore scientifico, coordinatore di progetti di ricerca e sviluppo e docente presso l’Università…
“L’Omero degli insetti.” - Victor Hugo “Un osservatore inimitabile.” - Charles Darwin “Jean-Henri Fabre è un grande uomo di cultura che pensa come un filosofo, vive da…
In questa lista vado a presentare alcuni film di specchiato e riconosciuto valore, che però non mi hanno sbalordito, come avrebbero potuto. Non li giudico negativamente, ma nemmeno mi è riuscito di…
Il passato è un loto, potalo ed esso crescerà. “The OverStory” - Canopia, la SovraStoria, in italiano reso come “il Sussurro del Mondo”, volendo intendere [creando una…
Scavare il Pieno, Scolpire il Vuoto: il Biancore della Rena: Nitrato d'Argento, Polvere di Marmo: Dettagli e Venature: Homo Faber, Cantiere Aperto.
Cos'è una Cattedrale? Poggia, cresce, sostiene…
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Commenti (18) vedi tutti
La scienza ci dà la conoscenza, la religione ci dà il significato. Un film splendido, il capolavoro di Ermanno Olmi.
commento di EducationalRitratto didascalico e documentaristico (in forma assolutamente buonista), di un mondo che fortunatamente è scomparso, speriamo per sempre, con condimento di atrocità sui più indifesi. Nulla da salvare, a parte la forma pittorica ed i movimenti di macchina. Merita di essere maneggiato con lo stesso abbruttimento culturale che tanto idolatra. Voto 5
commento di ezzo24Una trasposizione di un periodo storico fatta a mio parere talmente in modo magistrale che ogni volta che lo rivedo mi fa vivere la vicenda narrata in prima persona come se fossi parte del del dipinto. Ho scritto dipinto perché è tale intriso di poesia. Capolavoro assoluto.
commento di Stone_71Come accade fatalmente per tutte le grandi opere, ognuno vi legge quello che può. Se non si hanno gli strumenti, si legge poco e male; i più fortunati troveranno molto.
commento di Greatmax54Semplicemente fantastico e un ricordo indelebile della mia infanzia in cascina.
commento di ryan1Splendida ricostruzione storico-emotiva di un mondo scomparso. Giudico patetico dare voti negativi al film sotto l'ottica animalista del giorno d'oggi.
commento di folklotUna rappresentazione pittorica di un realismo storico quasi assoluto. La vita, senza colpi di scena. La storia della vita nella pianura bergamasca. Una porzione dell'Italia che fu. Valore storico-culturale: 10/10. Spettacolo: 7/10
commento di GARIBALDI1975Film profondamente poetico, che racconta la vita dei contadini in una corte lombarda alla fine dell'800. Alcuni momenti un po' troppo idilliaci, ma il ritmo scandisce emotivamente un mondo che non c'è più.
commento di ENNAHFilm visionato per motivi Familiari e per curiosita' : a parte il discorso della Vittoria con la Palma d'oro al Festival di Cannes nel 1978 e tutta una osservazione della Vita nella Bergamasca alla fine dell''800,personalmente mi sono rimaste impresse le orrende Morti dell'Anatra e specialmente del povero Maiale !!! voto.5.
commento di chribio1Lo scrigno del nostro passato. Probabilmente più un documentario che un film. Un mondo ormai tanto lontano che sembra mai sia esistito e dal quale avremmo tanto da imparare, almeno per quanto riguarda il saper fare comunità. Perfetto!
commento di BradyUna fotografia, forse la più veritiera, della vita contadina dei nostri avi. La quotidianità trascorre tra lavoro e preghiera creando un riquadro di gente semplice, che conosce solo la terra e che si affida totalmente a Dio. Un ritratto da vedere con occhi romantici e orgogliosi.
commento di near87Qui ci sono i racconti e i ricordi di mio nonno, di mio papà bambino, e i miei di quando andavo a rovistare la soffitta piena di cose sconosciute, e foto sbiadite.Ricordi che mi hanno commosso.voto 10/10
commento di sokurovHo questo film in videoteca da parecchi anni e l'ho sempre stupidamente snobbato. Invece mi è piaciuto molto, mi ha commosso, emozionato, interessato, affascinato.
commento di ALCHEMILLALe nostre origini. Un pezzo di storia più che un film, meno "spettacolare" di Novecento ma dal valore instemabile. Da preservare come la Stele di Rosetta.
commento di DaskabinettSono sempre gli ultimi i soggetti su cui pone l'accento Ermanno Olmi, i lavoratori della terra, coloro che sudano e vivono nel fango, che vedono finita la loro vita con la morte di un bovino. Il sale della terra.
commento di Bazin84Un delicato e tuttavia amaro documento in forma di poesia su un'epoca non troppo lontana. Uno dei pochi veri capolavori della cinematografia italiana. Olmi al suo meglio.
commento di sasso67molto bello
commento di mao1un capolavoro! finalmente un regista credente. non va di moda esserlo. Ma il genio, la grandezza sono in quella direzione.. l'Assoluto
commento di albiro83