Regia di Aldo Lado vedi scheda film
Luca, adolescente alla fine della seconda guerra mondiale, decide di votarsi alla causa partigiana. Quando il conflitto ha fine e nulla sembra essere cambiato veramente oltre la facciata politica del Paese, Luca si lascia andare; viene però salvato da una matura infermiera amorevole.
La disubbidienza è un racconto che Alberto Moravia pubblicò nel 1948, cioè all'epoca dello svolgimento dei fatti in esso raccontati; trasporlo su schermo quasi 35 anni dopo è un'operazione non del tutto azzeccata, sostanzialmente perchè la trama vive di un'urgenza storica immediata e, nel 1981, risulta fin troppo distante dalla realtà contemporanea, a un passo dalla rievocazione storica. Che sia opera di Moravia, poi, non desta alcun dubbio: psicologia, dramma e una forte vena erotica permeano la storia, messa in scena con un copione firmato da Amedeo Pagani, Barbara Alberti e dal regista. Aldo Lado, a quei tempi già regista per la Rai, è stato un discreto mestierante senza particolari infamie, nè lodi; qui parte da un soggetto stantio e ne ricava per forza di cose una sorta di polpettone non proprio gradevole. Non bastano le presenze sul set - in ordine di importanza di ruoli - di Stefania Sandrelli, Mario Adorf, Jacques Perrin, Marc Porel, Nanni Loy; nè la sufficiente presenza del protagonista, il poco più che esordiente, giovanissimo Karl Zinny; lo stesso può dirsi della colonna sonora di Ennio Morricone. 3,5/10.
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