Regia di Kantemir Balagov vedi scheda film
Ragazza mia, non c’è vita dopo la morte, specie se sopravvivi.
Se i rossi e i verdi accesi dell’autunno ardono raggelati negli occhi degli uomini; anime lacerate nella guerra che c’è stata e non se ne va, nessuna uscita incolume da sotto le macerie.
Com’è possibile reimparare a vivere, tra febbri sirene epilessia, e il proprio corpo svuotato di carne ed umanità? Com'è possibile soffocare un bambolotto, e poi dimenticarlo, come un accidente della storia? Sul ciglio di questo abisso umano, la morte ed il sesso sono abiti da indossare e dismettere, quasi nulla davvero importasse, mentre una donna culla la propria allucinazione, ed una felicità nuova ottenuta per procura.
In questo autunno di Leningrado, una piccola tragedia si confonde in quella immensa , e le divisioni di classe ed i privilegi della nomenklatura fanno come sempre premio sulla mutilazione fisica e morale del grande esercito degli umili.
In questo autunno così acceso e malato, il dolore deforma ogni sentimento e ogni pulsione, e grottesco si disperde, nella coazione a vivere in un mondo deprivato di senso
L’assedio non è finito, in questa città senza figli e senza cani.
Ed è il mio ventre il paese più martoriato
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