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La ragazza d'autunno

Regia di Kantemir Balagov vedi scheda film

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La recensione su La ragazza d'autunno

di gaiart
8 stelle

Leningrado. Seconda guerra mondiale. Sindrome postraumatica da stress causata dalla guerra e vista da parte delle donne e dall' enorme sacrificio da loro compiuto. Ci furono donne che combatterono, una cosa sconosciuta ai più. Sono molto a mio agio con le donne e con la mia parte femminile racconta il regista

Leningrado. Seconda guerra mondiale.Sindrome postraumatica da stress causata dalla guerra e vista da parte delle donne e dall'enorme sacrificio da loro compiuto. Ci furono donne che combatterono. Cosa sconosciuta ai più. "Sono molto a mio agio con le donne e con la mia parte femminile " racconta il geniale regista russo, che dopo aver letto il libro ne rimane folgorato. Come noi!


Il film è sorprendente nei toni netti, nei colori, per lo più verde e rosso, maglioni verdi, pareti verdi, tappezzerie verdi; filmato con grandissima eleganza, eleganza che si colloca in una storia estremamente commovente in cui temi come la perdita, la maternità, l'utero in affitto, la solidarietà femminile e il reciproco odio, il tradimento o addirittura l'eutanasia sono così bene affrontati da sembrare un saggio umano e psicanalitico sulla guerra e le sue conseguenze. 

Come faccia un uomo a capire, dirigere e rappresentare così bene i sentimenti femminili rimane un'incognita stupefacente che, già da sola, vale tutto il film per la sensibilità e l'empatia che dimostra.
Beanpole, detta la "giraffa" è una spilungona bionda che lavora come infermiera in un ospedale ricovero per combattenti feriti. In russo il titolo originale significa invece goffaggine e non è per niente legato all'altezza. In realtà tutti i personaggi sono a loro modo goffi, impacciati, bloccati, traumatizzati ognuno ad un livello diverso nell'iniziare una vita normale


Altra riflessione sulla produzione. Se Kantemir avesse abitato in Italia non avrebbe mai trovato un produttore così sofisticato e visionario per assencondare il suo progetto. Stiamo parlando del produttore Aleksandr Rodnyanskij che ringrazio personalmente per avere dato luce ad un progetto così intenso, utile, elegante e visionario nell'insegnare a capire le donne e rispettarle in un momento storico drammatico in cui vengono tagliate a pezzetti nel frigo o bruciate vive, novelle Giovanne d'Arco.

Una chimica speciale si sviluppa poi tra le due meravigliose attrici: Iya è Viktoria Miroshnichenko, mentre Mascha è Vasilisa Perelyginae. Si vede chiaramente che c'è un enorme lavoro teatrale dietro per arrivare a questa sinergia drammaturgica e alla loro empatia.

In realtà, in russo il titolo significa goffaggine, inadeguatezza che non ha solo a che fare con l'altezza della protagonista. Il titolo inglese non rende e tanto meno quello francese. In realtà tutti i personaggi sono a loro modo a disagio, goffi, impacciati, bloccati, traumatizzati ognuno ad un livello diverso nell'iniziare a riprendere una vita normale dopo i dolori, le perdite subite.

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