Trama
Leningrado, 1945. La Seconda guerra mondiale ha devastato la città, demolendo i suoi edifici e lasciando i cittadini a pezzi, sia fisicamente sia moralmente. Anche se l'assedio (uno dei peggiori della storia) è finalmente finito, vita e morte continuano a segnare le strade. Due giovani donne, Iya e Masha, cercano in tale contesto una nuova ragione d'essere e sperano di risorgere dalle rovine.
Approfondimento
LA RAGAZZA D'AUTUNNO: LE CONSEGUENZE DELLA GUERRA SULLE DONNE
Diretto da Kantemir Balagov e sceneggiato dallo stesso con Aleksandr Terekhov, La ragazza d'autunno è ambientato nella Leningrado del 1945, una città che la Seconda guerra mondiale ha devastato demolendo edifici e lasciando i suoi abitanti a pezzi, sia fisicamente sia psicologicamente. Sebbene l'assedio, uno dei peggiori della storia, sia finalmente terminato, vita e morte continuano la loro battaglia tra i relitti rimasti. In tale contesto, Iya e Masha, due giovani donne, cercano un senso a quanto accaduto e sperano nella lotta per ricostruire le loro esistenze.
Con la direzione della fotografia di Kseniya Sereda, le scenografie di Sergey Ivanov, i costumi di Olga Smirnova e le musiche originali di Evgueni Galperine, La ragazza d'autunno viene così presentato dal regista in occasione della partecipazione al Festival di Cannes 2019 nella sezione Un certain regard: "La ragazza d'autunno è il mio secondo lungometraggio. Per me, è molto importante che la storia abbia luogo nel 1945. Le mie eroine, come la città in cui vivono, sono state maciullate da una guerra orribile. Vivono in una città che ha subito uno dei peggiori assedi nella storia della guerra. La ragazza d'autunno è la loro storia e quella delle persone che incontrano a Leningrado, degli ostacoli che devono superare e del modo in cui sono trattate dalla società circostante. Sono psicologicamente menomate dalla guerra e ci vorrà del tempo prima che possano imparare a vivere le loro normali vite. Sono interessato da sempre al destino delle donne e, specialmente, di quelle che hanno vissuto sulla loro pelle la Seconda guerra mondiale. Secondo i dati, si è trattato delle guerra con il più alto grado di coinvolgimento femminile. Da autore, sono interessato a trovare risposte a una domanda: cosa succede a una persona, che si suppone un giorno dia la vita a un altro essere umano, dopo essere stata sottoposta alle prove della guerra?".
"La ragazza d'autunno - ha proseguito il regista - presenta una particolare tavolozza di colori. Quando ho iniziato a studiare i diari e gli appunti di coloro che hanno vissuto quel periodo, ho scoperto che nonostante le difficoltà e la devastazione erano circondati da colori luminosi ogni giorno. Il conflitto tra i colori e la natura della vita nel dopoguerra è stato quasi fondamentale per la vicenda che volevo raccontare. Fonte di ispirazione è stato il libro La guerra non ha un volto di donna del premio Nobel Svetlana Alexievich, un volume che mi ha fatto rendere conto di quanto poco sapessi della guerra e del ruolo delle donne. Mi si è aperto davanti un mondo del tutto nuovo, che mi ha condotto a concentrarmi su un altro pensiero, su cosa accade a una donna dopo la fine del conflitto, quando c'è una sorta di spostamento tettonico nella sua mente e nella sua natura. La ragazza d'autunno, a livello superficiale, significa spilungona, una parola che serve a descrivere le caratteristiche fisiche e la prospettiva di Iya, l'eroina della storia che è molto alta come donna. Per me, invece, La ragazza d'autunno è una parola che rimanda più alla goffaggine, quella sensazione che coglie tutti coloro che provano difficoltà ad esprimere i propri sentimenti mentre imparano a vivere di nuovo dopo il conflitto mondiale".
Il cast
A dirigere La ragazza d'autunno è Kantemir Balagov, regista e sceneggiatore russo. Nato a Nalchik nel 1991, Balagov si è diplomato nel 2015 al laboratorio di regia tenuto dal maestro russo Alexander Sokurov presso la Kabardino-Balkariann State University. Durante il corso di studi, ha avuto modo di realizzare… Vedi tutto
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- Premio miglior regia Certain Regard a Kantemir Balagov al Festival di Cannes 2019
- Premio FIPRESCI (Un Certain Regard) al Festival di Cannes 2019
- Miglior attrice (ex aequo) a Viktoria Miroshnichenko al Torino Film Festival 2019
- Miglior attrice (ex aequo) a Vasilisa Perelygina al Torino Film Festival 2019
Commenti (9) vedi tutti
L'ossessione del verde. Bel film, ma non so quanti hanno notato la presenza in quasi ogni scena di qualcosa di verde: pareti dei muri, tappezzerie, tende, abiti, guarnizioni di abiti, spille su abiti, soprammobili, la lampada sulla scrivania del dottore, la vernice con la quale una protagonista imbianca una parete... e altro che ora non ricordo.
commento di biscotto51Opera di altissimo livello e grande profondità, un vero concentrato di arte e dramma grazie alla regia maestosa di Kantemir Balagov ed alle interpretazioni delle protagoniste. Impressionante in particolare quella di Vasilisa Perelygina se si pensa che si tratta di un'esordiente.
commento di bombo1Purtroppo è molto triste e lento.
commento di ferniPoderoso drammone che non poteva essere che russo.
leggi la recensione completa di catcarloIl film e' un affresco di potenza rara sulle conseguenze quotidiane della guerra,consigliato.
commento di ezioUn film da vedere, premiato per la regia a Cannes nel 2019: potrebbe offrire qualche sorpresa anche la notte degli Oscar, ormai vicina.
leggi la recensione completa di laulillaNella shortlist dei dieci film “stranieri” che possono arrivare al premio Oscar, lunedì 13 gennaio, sapremo se Dylda avrà la nomination.
leggi la recensione completa di yumePuò darsi si tratti di un vero e proprio capolavoro. La mia è però solo una sensazione, dovuta ad un mio limite, almeno in gran parte: il mio udito non è perfetto, tra orecchio destro e orecchio sinistro c'è una disparità che talvolta, come per questo film visto ieri sera, diventa impedimento. Tenterò di rivederlo in V.O. coi sottotitoli.
leggi la recensione completa di cherubinoLeningrado. Seconda guerra mondiale. Sindrome postraumatica da stress causata dalla guerra e vista da parte delle donne e dall' enorme sacrificio da loro compiuto. Ci furono donne che combatterono, una cosa sconosciuta ai più. Sono molto a mio agio con le donne e con la mia parte femminile racconta il regista
leggi la recensione completa di gaiart