Regia di Vadim Perelman vedi scheda film
La disperazione aguzza l' ingegno ....
1942 : un prigioniero ebreo di un campo di lavoro in Francia riesce a farsi passare per persiano per entrare nelle grazie di un capitano delle SS ... Il film , ispirato al romanzo " Creazione di una lingua " del tedesco Wolfgang Kohlhaase , parte da delle basi un po' assurde se non irrealistiche . Va bene che la disperazione aguzza l' ingegno , ma non è certo cosa facile inventare e soprattutto imparare una lingua fasulla , specialmente nelle condizioni criticissime di un capo di concentramento . E poi perchè , mentre la Germania sta vincendo la guerra , un ufficiale nazista dovrebbe pensare di trasferirsi in Iran , che tra l' altro all' epoca era sotto il dominio alleato ? Fatti salvi questi " cavilli " , direi però che si tratta di una pellicola interessante , che ci mostra i turpi rapporti esistenti anche tra i carcerieri di un posto in cui la vita umana non aveva alcun valore e che riesce a stemperare la tragica situazione con qualche momento beffardo . La riuscita del film deve molto anche all' ottima coppia di protagonisti , peraltro a me del tutto sconosciuti .
L' aspetto dimesso e gli occhioni tristi dell' argentino Nahuel Perez Biscayart sono perfetti per il giovane prigioniero , mentre la stazza marziale e lo sguardo duro ed ottuso del tedesco Lars Eidinger rendono alla perfezione l' ingenuo capitano . Azzeccati anche i tre o quattro comprimari con un ruolo di rilievo nella vicenda , come il vendicativo comandante del campo , il carognesco sottufficiale e le due civettuole ma stronze ausiliarie . La buona ricostruzione ambientale , in una landa sempre tetra e nebbiosa , acuisce poi il senso di oppressione che la storia vuole trasmettere . Il regista è l' ucraino canadese Vadim Perelman , che a distanza di quasi vent' anni dal successo di " La casa di sabbia e nebbia " torna sotto i riflettori della ribalta internazionale . Complessivamente lo ritengo un buon film e lo premio con un 7 tondo .
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