Trama
Nella Francia occupata del 1942, Gilles viene arrestato dalle SS insieme ad altri ebrei e mandato in un campo di concentramento in Germania. Riesce per poco a evitare la morte giurando di essere persiano ma non ebreo. Viene quindi scelto per insegnare il farsi al direttore del campo, un uomo che sogna di aprire un ristorante in Iran una volta finita la guerra. Il particolare rapporto tra i due uomini finisce però con la scatenare la gelosia di altri prigionieri e ufficiali...
Approfondimento
LEZIONI DI PERSIANO: IL VALORE DELLA MEMORIA E DELL'INVENTIVA UMANA
Diretto da Vadim Perelman e sceneggiato da Ilya Zofin, Lezioni di persiano racconta come nella Francia occupata del 1942 Gilles venga arrestato dai soldati delle SS insieme ad altri ebrei e trasferito in un campo di concentramento in Germania. Qui, evita la morte giurando alle guardie di non essere ebreo ma persiano. La bugia lo salva temporaneamente ma lo porta a un compito imprevisto: insegnare il farsi a Koch, il direttore del campo che sogna di aprire un ristorante in Iran una volta finita la guerra. Ricorrendo al suo ingegno, Gilles riesce ad andare avanti inventando parole ogni giorno e insegnandole all'ufficiale nazista. La particolare relazione che si crea tra i due scatena però la gelosia degli altri prigionieri e delle SS. E, mentre i sospetti di Koch crescono giorno dopo giorno, Gilles intuisce che non potrà portare avanti a lungo il suo gioco.
Con la direzione della fotografia di Vladislav Opelyamts, le scenografie di Dmitriy Tatarnikov e Vlad Ogai, i costumi di Alexey Kamyshov e le musiche di Evgueni e Sacha Galperine, Lezioni di persiano è tratto dal racconto Erfindung einer sprache di Wolfgang Kohlhaase. A spiegare le ragioni dell'adattamento è lo stesso regista in occasione della presentazione del film al Festival di Berlino 2020: "A parlarmi del racconto di Kohlhaase è stato per la prima volta il produttore Timur Bekmambetov: mi ha ispirato immediatamente e ho capito quanto potenziale avesse la storia. Esistono centinaia di storie simili in cui si sottolinea come grazie ad arguzia e intelligenza qualche ebreo sia riuscito a sopravvivere all'orrore dell'Olocausto. A me piace pensare che quella di Kohlhaase sia una storia realmente accaduta e a lieto fine: del resto, traeva a sua volta ispirazione da un racconto che un amico fece allo scrittore alcuni anni dopo il secondo conflitto mondiale. Al di là delle somiglianze. Kohlhasse è ricorso al suo genio per raccontare la vicenda della sana follia di un uomo che grazie al coraggio, alla fortuna, alla rapidità di pensiero e alla solidarietà, riesce a sfuggire al pericolo nazista".
"Ho voluto che il film fosse il più realistico possibile", ha aggiunto Perelman. "Per tale ragione, abbiamo condotto approfondite ricerche sui campi di concentramento, sul loro funzionamento, sul tempo che le persone trascorsero al suo interno. In particolar modo, ci siamo concentrati sul campo di Natweiler Struthof, che si trovava tra la Francia e la Germania, nel nord est della Francia. Ma questo non ci ha però impedito di fare riferimento ad altre strutture, come ad esempio quella di Buchenwald. Usando foto o video di campi differenti, abbiamo sempre cercato di risultare veritieri e autentici".
Ha infine sottolineato: "La memoria è uno dei temi principali del film: prima che la guerra finisse, i nazisti hanno provato a distruggere ogni prova del loro operato ma spetta a noi mantenerne viva la memoria per evitare che alcune cose si ripetano. Lezioni di persiano è un film sulla memoria ma anche sull'inventiva umana, sulla capacità che ha il nostro spirito di trovare soluzioni sorprendenti per sopravvivere: Gilles, per esempio, usa i nomi dei prigionieri per creare le sue parole. In questo modo, non solo salva se stesso ma rende eterni i nomi di coloro che altrimenti sarebbero caduti nell'oblio per sempre".
Il cast
A dirigere Lezioni di persiano è Vadim Perelman, regista e sceneggiatore ucraino. Nato a Kiev nel 1963 da una famiglia di origine ebrea, ha perso il padre in tenera età e, poco più che bambino, è emigrato con la madre a Vienna prima e a Roma dopo, dove ha vissuto un periodo di estrema povertà. Una volta avuto i… Vedi tutto
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Commenti (7) vedi tutti
La disperazione aguzza l' ingegno ....
leggi la recensione completa di daniele64Ottimo film da ogni punto di vista. La indubbia drammaticità del contesto, viene in parte stemperata dalla suspense relativa alle vicende del protagonista. Da vedere. Sorprende di leggere i commenti indecenti di un revisionista. Purtroppo al mondo c'è anche questa gente.
commento di Greatmax54Ottimo film sulla follia dell'uomo. Buona l'ambientazione, la recitazione e la regia. Lo stratagemma del protagonista che vuole salvarsi ti tiene incollato allo schermo.Consigliatissimo e istruttivo.
commento di iroFilm stupendo. Ti fa stare in ansia dalla prima scena, ma ti trasmette davvero tanto. Per non dimenticare, per capire ancora meglio, per onorare le vittime dell'olocausto. Per capire quanto ogni guerra sia folle, e l'ultima e' stata l'apice della folia.
commento di DelfinoDelfinoIl commento di "Apollonio" è ignobile e vergognoso. Le teorie negazioniste, sono totalmente inaccettabili, qui e ovunque, tanto più espresse alla vigilia del "Giorno della Memoria".
commento di CavesOfSteel64La tragedia dei campi di concentramento nazisti trova un'altra declinazione in "Lezioni di persiano", un film incentrato sul tema dell'inganno divenuto strumento necessario per evitare la morte. L'intelligenza di Gilles vince sulla paura. Ad stonare un poco è il taglio televisivo che avvolte fa capolino tra le pieghe della narrazione per immagini.
commento di Peppe ComuneUn film che prova che intelligenza e empatia esistono. Ispirato dalla originalissima sceneggiatura del racconto concettuale di Wolfgang Kohlhaase, dove Gilles viene arrestato dalle SS insieme ad altri ebrei, egli riesce per un soffio ad evitare la morte giurando di essere persiano, ma non ebreo.
leggi la recensione completa di gaiart