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In the Heart of the World

Regia di Gabriel Martins, Maurílio Martins vedi scheda film

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La recensione su In the Heart of the World

di alan smithee
5 stelle

CINEMA OLTRECONFINE

Le vicende di vita di una manciata di persone, a loro modo ognuna incastrata nel "cuore del mondo" da cui non riescono ad uscire, ovvero addentro al centro popolare di Contagem - quartiere popolare periferico densamente popolato alla periferia di Belo Horizonte - si intrecciano tentando affannosamente di divenire un'unica storia di vita che tenta una svolta, sopraffatta tuttavia dalle circostanze avverse e tentacolari che la spingono ad arrendersi.

Una sparatoria improvvisa mette fine alla apparente armonia che una festa d'anniversario di fidanzamento tentava di ricreare in una piazza del centro cittadino. Marcos e Ana stanno tentando di cambiare ognuno ciò che non va della propria vita; e con loro, anche le persone che in qualche modo ruotano attorno alla loro esistenza. E mette fine ad una vita, innescando una spirale di vendetta che coinvolge anche persone insospettabili, armate nel dolore e condotte a risolvere in casa l'offesa arrecata.

Marcos è socio con Selma (interpretata dall'attrice Grace Passo, già apprezzata in Temporada-Long way home, in concorso al TFF 2018), di uno studio di fotografia, che tuttavia non se la passa molto bene economicamente. Quando Selma propone al suo collega di partecipare ad una rapina, le cose si mettono male. Pure la giovane fidanzata di Marcos, Ana, è frustrata da un lavoro sottopagato che la vede spesso vittima della prepotenza della gente nei viaggi in autobus presso cui ella presta il servizio di bigliettaia.

Attorno a questi e ad altri personaggi in qualche modo coinvolti ed avvitati allo stesso destino, si consuma un tentativo fallimentare di cambiare le proprie sorti ed il proprio incerto futuro.

I registi e fratelli Gabriel e Maurilio Martins sanno certamente molto bene di cosa stanno parlando e conoscono bene il sottobosco umano e strutturale che accoglie il loro concatenarsi di vicende.

Tuttavia qualcosa di poco fluido influisce negativamente sul racconto, impedendo allo spettatore di riuscire a concentrarsi sulle singole vicende, per trovare il tempo di familiarizzare con i soggetti che le fanno rivivere, riuscendo in qualche modo, se non ad affezionarsi ai singoli personaggi, almeno a venirne a stabilire un contatto che li renda compatibili alla vicenda.

Peccato, perché sia la struttura scenografica del quartiere, così come le locations appaiono perfette per catapultarci all'interno di una esperienza di quartiere ove la connivenza e il desiderio di svolta spingono i suoi soggetti protagonisti verso soluzioni estreme che solo la brama di sopravvivenza rende più plausibili e raggiungibili.    

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