Regia di François Truffaut vedi scheda film
Antoine Doinel ha 35 anni, da poco ha finalmente pubblicato il suo primo libro, “Insalate d’Amore” e sta divorziando dalla moglie. Rimane un uomo ancora irrequieto dal punto di vista sentimentale, diviso tra un profondo narcisismo e la necessità quasi inconsapevole di riparare la ferita. Il tormentato rapporto con Sabine è l’occasione perché Antoine possa rivisitare le sue storie d’amore passate.
Con questo film Truffaut chiude le vicende di Doinel, personaggio che aveva introdotto già da “i 400 colpi”. Tutto il film, poggia sul libro per rievocare la storia del personaggio, attraverso l’uso d’archivio dei film precedenti. Vengono citati i film precedenti fino al primo lungometraggio del regista francese che mette in abyme la sua stessa storia di cineasta. È un film molto interessante da questo punto di vista, questa continua autocitazione tutt’altro che autoreferenziale che è invece necessaria ad arrivare al rapporto con la madre, da cui origina tutto il carattere irrequieto di Antoine. Degna chiusura di questo capitolo durato 20 anni.
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