Regia di François Truffaut vedi scheda film
Un film bizzarro per certi aspetti, tragicomico come il protagonista
Antoine Doinel, l'ex bambino dei "Quattrocento colpi" che diviene il simbolo di un modo di guardare un po' "sghembo" sul reale ,uno sguardo che non è quello dell'intellettuale ma che è venato di malinconia, inutili propositi e sentimenti ispiratissimi che finiscono in tragedia. Doinel è l'uomo di strada che non trova collocazione nella società e non ne soffre perché non persegue il successo.
Doinel è cresciuto ma si porta dietro un alone di sognante disperazione: viene riformato dalla leva per "instabilità del carattere", legge "Il giglio nella valle" e infine torna al suo amore impossibile, Christine, una brava ragazza di buona famiglia che non corrisponde i suoi sentimenti. Soddisfacendo con prostitute il suo bisogno erotico, inizia a passare di lavoro in lavoro, approdando a quello di investigatore privato in cui combinerà altri pasticci....
Abbandonata la voce fuori campo, Truffaut lascia Léaud padrone della scena, creando un personaggio tenero e indimenticabile proprio nella sua fragilità.
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