Regia di John Swab vedi scheda film
FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2019 - SELEZIONE UFFICIALE
"Ora corriamo assieme alle prede"
Nella immensa, anonima periferia americana in cui l'individualismo si appiattisce come entro un formicaio brulicante di anime inquiete e senza dignitose opportunità di distinzione, attorno agli anni duemila, un ragazzino, impietosito dalla terrificante situazione che vede coinvolta una sua vicina coetanea ed il suo fratellino, prigionieri di un padre vedovo alcolizzato e violento, di fronte ad un episodio di brutalità anche sessuale esercitato dal padre perennemente ebbro nei confronti della ragazzina, reagisce d'impeto uccidendolo con un attizzatoio del camino. In fuga verso la metropoli, il bambino verrà raccolto da un poliziotto corrotto e portato in centrale e quindi consegnato ad un boss per essere indotto a delinquere presso una gang giovanile specializzata in borseggi, colpi a mano armata e altre ruberie.
Tredici anni dopo, una ragazza raggiunge la periferia losangeliana col fratello minore e, trovato un impiego presso un solitario laconico detective vedovo, riesce in poco tempo a trovare, riordinando tra il disordine degli archivi del suo capo, elementi concreti di una indagine su una scomparsa che in qualche modo la riguarda da vicino. La sua intenzione è quella di mettersi sulle tracce del ragazzo sparito, che come è facilmente intuibile, corrisponde all'amico e vicino che si trasformò in assassino per salvarla. Il plot, thriller di periferia che racchiude il fascino e la libertà di molto cinema indipendente made in Usa, non nasconde una certa meccanicita', o qualche ingranaggio non proprio finemente oliato, così come, allo stesso modo, qualche personaggio - soprattutto in seno ai "cattivi" - difetta di scarsa caratterizzazione o di una definizione un po' caricaturale. Ma il noir, cupo e forte di personaggi sgradevoli o comunque tutt'altro che rassicuranti, ha dalla sua la fascinosa cupezza del tocco che gli consente di sviare i binari rasdicuranti del cinema commerciale, per prendere la sua strada tortuosa e colma di ostacoli, ma foriera di un percorso orgogliosamente vivo e di carattere.
Finalmente liberi da troppa carineria o inutili sentimentalismi, i caratteri vengono fuori e dipingono un mondo brutale che si rispecchia in modo più coerente con una realtà ahimè asssi distante dalle favolette rassicuranti. Nel variegato cast che compone lo staff attoriale, almeno tre nomi noti amiamo citare anche perché ci piacciono e ci dono piaciuti in questa prova: il ritrovato e fisicamente in forma Michael Pitt, l'energumeno spregevole che Ron Perlman impersona meglio di chiunque altro, l'altro mechant William Forsythe, e la sempre indipendente e bellissima (anche quando mortificata da un taglio di cspelli sadico come in questa parte) Dree Hemingway.
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