Regia di François Truffaut vedi scheda film
Non è un film da un significato oscuro e profondo da interpretare attraverso le metafore. Non è un puro esercizio stilistico. E' un film toccante punto e basta. Magistralmente toccante, incredibilmente toccante. Ma il bello è che Truffaut non passa mai il limite. Dal punto di vista del dramma, si contiene. Non fa scorrere fiumi di lacrime dai suoi personaggi, non si lascia andare al cinema drammatico di serie B, non utilizza urli e strepiti per rappresentare il malessere del piccolo protagonista che è maltrattato da genitori ed insegnanti.
Soprattutto mostra gli occhi del piccolo protagonista. Mostra i suoi occhi quando viene maltrattato dal professore, quando la madre gli annuncia di non volerlo più in casa, quando viene portato al riformatorio. E, nonostante i suoi occhi raramente si bagnino, si vede che sta morendo dentro. Il suo sguardo che s'incupisce e si vela di grigio ne è il sintomo più evidente. La sua sofferenza interiore è talmente grande che pare divenuto insensibile alla vita ed incapace, appunto, di piangere. Infine c'è la scena finale: il bambino che vede il mare per la prima volta. Forse una delle scene più toccanti di sempre, eppure Truffaut non ci mette una particolare enfasi né utilizza musiche epiche. Tutto si vede, si nota, s'intuisce attraverso lo sguardo del suo piccolo protagonista. Un grandissimo piccolo protagonista.
Tabellino dei punteggi di Film Tv ritmo:3 impegno:3 tensione:2
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