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I quattrocento colpi

Regia di François Truffaut vedi scheda film

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La recensione su I quattrocento colpi

di RobertoMangiafico
10 stelle

Truffaut, la “Nouvelle vague”, il cinema: tutto nello sguardo di un bambino.

Jean-Pierre Léaud

I quattrocento colpi (1959): Jean-Pierre Léaud

A 63 anni dalla sua uscita, I 400 colpi, il primo e forse più importante film di François Truffaut, manifesto della “Nouvelle vague” e monumento del cinema sull’infanzia, continua a interessarci, affascinarci e commuoverci. Si riguarda con una sorta di devozione questo racconto tenero e straziante del piccolo Antoine Doinel, dodicenne irrequieto e incompreso trascurato da genitori disamorevoli e scolaro svogliato e ribelle in conflitto con insegnanti troppo severi. Dorme dentro un sacco a pelo su un letto sistemato dalla madre in un angusto corridoio-ingresso, trovando conforto solo nell’amico René, compagno di marachelle e vagabondaggi, nella lettura di Balzac e nella frequentazione di cinema e luna park. Denunciato dal patrigno per il furto di una macchina da scrivere che aveva cercato di restituire, finisce in riformatorio, da cui scappa, nel memorabile finale, correndo a perdifiato verso quel mare agognato che non ha mai visto. Il suo sguardo smarrito e malinconico che fissa lo spettatore, nel fermo immagine dell’ultima scena sulla spiaggia deserta, riesce a trasmetterci tutta la sua penosa incertezza sul futuro che lo attende ed è rimasto scolpito per sempre nella nostra memoria cinematografica. È un film fortemente autobiografico e di impronta neorealista che affronta senza pietismi temi universali come i turbamenti e le inquietudini del passaggio tra infanzia e adolescenza, il rispetto dei bisogni affettivi dei bambini, la repressione dei ragazzi “difficili”. Inaugura la saga ventennale dei Doinel, i 5 film che seguiranno il personaggio in diverse epoche della vita, dalla fanciullezza alla maturità, tutti interpretati dallo straordinario Jean-Pierre Léaud, alter ego del regista e protagonista di un esperimento allora unico nella storia del cinema, l’attore che cresce insieme al suo personaggio. Premio per la migliore regia a Cannes nel 1959, pietra miliare del cinema che non invecchia.

Jean-Pierre Léaud

I quattrocento colpi (1959): Jean-Pierre Léaud

 

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