Regia di Daniel Farrands vedi scheda film
Dopo una lunga serie di seguiti, un regista americano, esordiente, decide di riavvolgere il nastro attorno Ocean Avenue 112, e (ri)partire dal punto zero. Anche se lascia aperta (nella figura dei nonni DeFeo) la possibilità di un pre-prequel di Amityville.
La famiglia DeFeo, composta dal severo padre Ronald (Paul Ben-Victor), la moglie Louise e cinque figli, vive in uno stabile al 112 di Ocean Avenue di Long Island. La casa, denominata High Hopes (grandi speranze), è stata costruita e tramandata dai genitori. A partire dal 26 ottobre 1974 il figlio più grande e tossicodipendente, Butch (John Robinson), sembra ammalarsi. Esattamente poco dopo avere fatto un "gioco" assieme alla sorella Dawn, durante il quale i due ragazzi hanno tentato una evocazione spiritica. La vigilia di Halloween le condizioni di Butch peggiorano ulteriormente: alle 3.15 di notte il ragazzo inizia ad avvertire spettrali presenze, ombre umane, che gli parlano, invitandolo ad uccidere i componenti della famiglia. Forse ulteriormente suggestionato da una leggenda locale, che vuole la casa essere stata eretta sui resti di un vecchio cimitero indiano, Butch il 13 novembre 1974, alle 3.15 di notte e nel pieno di un violento fortunale, da corso ai suggerimenti che rimbombano nella sua testa.
"Non riesco a mangiare. Non riesco a dormire. Passo notte dopo notte, dopo notte, dopo notte, dopo notte, dopo notte... a guardare te." (Butch manifesta il suo malessere alla sorella)
Classe 1969, con un trascorso dedicato alla realizzazione di documentari dedicati ai suoi miti dell'orrore (Venerdì 13, Nightmare, Scream), Daniel Farrands non poteva non avere subito l'influenza del leggendario film di Stuart Rosenberg (1979), il primo -ispirato dal testo Orrore ad Amityville di Jay Anson- basato su fatti (che si dice siano) realmente accaduti. Certo, avendo ormai perso il conto sui sequel (e remake), come -e quando- tornare di nuovo in via Ocean Avenue al maledetto civico 112?
Il visionario film di Damiani (il secondo della filiera, Amityville possession, datato 1982), in quanto prequel, pur se in maniera artatamente romanzata infatti portava sullo schermo i Montelli, come alter ego dei DeFeo. Perché dunque non ripartire da zero, ma portando sugli schermi i fatti che hanno "per davvero" coinvolto i DeFeo? Daniel Farrands ci crede, è convinto dell'idea e decide di esordire in un lungometraggio proprio con questo The Amityville murders. E, diciamolo, ci vuole un bel coraggio per tornare l'ennesima volta (la ventunesima!) a trattare questo argomento. Eppure, fedele alla cronaca (pochi mesi dopo il discorso di dimissioni, tenuto da Richard Nixon, sei sono le vittime: i genitori e quattro tra fratelli e sorelle), porta sullo schermo la tragica figura di Butch DeFeo, assassino impazzito che ancor'oggi sta scontando l'ergastolo, chiuso in una cella. Se gli domandano come sono andate le cose lui, a distanza di quarantacinque anni (esatti a novembre del 2019), continua a dare la colpa alle "voci".
Questo ulteriore Amityville, a differenza dei predecessori, figura molto ben costruito nel trattare -con graduale e progressivo avanzamento- il delirio di un personaggio per il quale i fantasmi erano (probabilmente) solo nella sua testa. Così come, nella sua testa, erano le voci. Farrands dirige con competenza, pur se in maniera piuttosto datata, evita di spettacolarizzare il dramma e -ancor meno- i delitti. Aiutato dalla sofferta interpretazione di John Robinson, attore somigliante al reale omicida invasato, il regista realizza un film adatto ad un ampio pubblico per quanto svincolato dai parametri strettamente imposti dal genere. Il finale, comprensivo di filmati e foto dei reali (sventurati) protagonisti, si ricollega poi ad Amityville horror, annunciando appunto l'arrivo -nel dicembre del 1975- dei coniugi Lutz. I quali passeranno 28 giorni di puro terrore, prima di darsela a gambe e abbandonare così, definitivamente, la villa maledetta.
"Siamo tutti perseguitati da qualcosa. Dal passato, dai nostri errori, dai peccati." (La nonna di Dawn, interpretata da Lainie Kazan)
Cronaca (quasi) vera
Daniel Farrands, come spettatore, si è dimostrato interessato ai serial killer di fantasia. Come regista, invece, sembra prediligere situazioni e personaggi (purtroppo) reali. Nell'anno in corso infatti ha in progetto due film ispirati dalla cronaca: The murder of Nicole Brown Simpson e -particolarmente interessante- The haunting of Sharon Tate.
Nella sua testa: Butch DeFeo e la voce del diavolo
"Era il tipo di voce che le orecchie seguono come se ogni parola fosse un arrangiamento di note che non verrà mai più suonato." (F. Scott Fitzgerald)
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