Regia di Stefano Cipani vedi scheda film
VENEZIA 76 - GIORNATE DEGLI AUTORI
La prolifica e spigliata famiglia del piccolo Jack deve affrontare la nascita dell'ultimo figlio, che il bambino ha davvero piacere sia un maschio, in modo da riequilibrare le posizioni scompensate dalla presenza di due sorelle maggiori. I due assennati ma anche allegri genitori, comunicano ai loro tre figli la notizia, come avviene sempre con gli avvenimenti importanti, nel parcheggio del grande supermercato ove sono soliti rifornirsi (c'è una spiegazione anche per questa bizzarra ed originale scelta), e la gioia di Jack cresce progressivamente con le fasi del parto, ed aumenta quando i genitori, sconcertati per aver appreso che il neonato è affetto da Sindrome di Down, presentano il nascituro ai figli come un essere dotato di qualità superiori, con ritmi di vita tutti suoi, ma compatibili con i loro: un supereroe a tutti gli effetti, agli occhi esaltati del fratellino maggiore.
L'attaccamento di Jack per il fratello non fa che crescere, almeno fino a che il ragazzo, ormai adolescente, si innamora di una compagna, ed inizia a celare a lei e agli amici della compagnia, la presenza del fratello handicappato. La circostanza comporterà tutta una serie di piccoli grandi inconvenienti, che sarà dura poi affrontare da parte di Jack, per risolvere le impasse che questa verità non svelata, o questa clamorosa bugia - per dirla meglio - comporterà sul resto del mondo, vincolato come siamo oggi tutti a condividere anche le più banali azioni in rete con la globalità e la preponderanza dei socials che ci guardano e giudicano senza pudore, più per come appariamo, che per come siamo veramente.
La materia delicata, tratta dall'omonimo romanzo di Giacolo Mazzariol (che non ho letto e sul quale dunque non ho possibilità di pronunciarmi) è trattata con un certo garbo, lo ammettiamo, e gli attori, specialmente quelli noti (Gassman+Ragonese, mentre la Rossy De Palma è una zia befana di inutile folklore), si prodigano a rendere credibile il contorno di una vita di famiglia vissuta con l'entusiasmo di riuscire ad andare avanti contando su un affiatamento collettivo ed una carica che solo la famiglia unita riesce a infondere.
Peccato tuttavia che la sceneggiatura si perda in carinerie insostenibili, non solo e non tanto nel descrivere i tratti salienti di una vita familiare coesa e complice, quanto piuttosto nella rappresentazione di una realtà giovanile che pare edulcorata e teorica come in un dolciastro e insostenibile spot televisivo.
Notiamo un certo entusiasmo che sprizza dal progetto, opera prima di Stefano Cipani, ma le problematiche, gli spunti individuati dalla storia, vengono troppo presto messe da parte da un ottimismo esasperato e fragile, da una carineria facilona che si trasforma in piatta retorica, colpevole di banalizzare tutta una valida base su cui si sarebbe potuto costruire molto.
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