Regia di Bruno Corbucci vedi scheda film
Bruno Corbucci e Thomas Milian sono in ottima sintonia: hanno infatti già girato insieme numerosi lavori, compresa la serie dei film con protagonista Nico Giraldi (che si concluderà l'anno seguente con Delitto al Blue gay). Eppure Il diavolo e l'acquasanta non funziona; non funziona dal primo all'ultimo minuto, complice probabilmente anche un cast di spalle non eccezionali (Giacomo Rizzo, Margherita Fumero) nel quale manca il classico 'caratterista', alla Bombolo per intenderci, che regga il filo per le sguaiate gag del protagonista. Quel che deve succedere, succede: Milian fa il 'trucido', si incontra-scontra con il buon (ma non scemo) prete, la situazione si evolve piano piano verso il lieto fine, nonostante le iniziali perplessità, e non può mancare la 'scena madre' finale in cui l'ex calciatore ritrova forma, entusiasmo e voglia di vincere (e di farlo legalmente) scendendo in campo e siglando le reti decisive per il trionfo. Emblematici dello spirito (burino e facilotto) del film sono gli scambi di battute fra Milian ed il capitano della squadra avversaria prima e dopo il match decisivo: "Sei venuto per salvare la patria?", chiede il 'nemico'; "No, so' venuto pe' sfonnarti er culo", lapidario, Milian. Che chioserà poi con una poetica sopraffina (ed originalissima) al termine dell'incontro con il più classico degli "Aò, ce vedi bbène?", al quale l'avversario risponderà ovviamente "Sì, ci vedo bene". Ingenuotto! Come se non sapesse che l'unica risposta possibile in arrivo per lui sarà "E allora vedi d'annà affanculo!". Pesantuccio, stupidotto, talvolta di una grevità realmente evitabile. 2/10.
Ex calciatore andato in rovina minaccia il suicidio; lo prende con sè il parroco locale e lo mette alla guida, come ct, della formazione del paese. Lui però non vuole più saperne del calcio, preferisce dedicarsi alla delinquenza. Ma presto arrivano i successi con la squadra: e alla partita decisiva l'allenatore dovrà scendere in campo...
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