Regia di Marino Girolami vedi scheda film
Divertente parodia - politicamente scorretta - del più celebre Il vizietto (1978), diretta con professionalità da Marino Girolami e interpretata dall'esilarante e indimenticabile Renzo Montagnani.
Diogene (Renzo Montagnani) gestisce l'agenzia investigativa "Il gatto e la volpe", avvalendosi della collaborazione di Gigetto (Alvaro Vitali). Viene affiancato da Simona (Paola Senatore), seconda moglie del commendatore Cesare Beltramelli (Mario Carotenuto), che gli offre venti milioni di lire per indagare sulla doppia vita del marito, insospettita anche per le spese che l'uomo sembra sostenere forse per un'amante. Per meglio investigare, Simona suggerisce alla coppia di prendere provvisoriamente alloggio nella villa di Beltramelli, sotto mentite spoglie: Diogene nei panni di "governante" omosessuale e Gigetto come cuoca di nome Carlotta.
Cavalcando l'onda del successo de Il vizietto (Édouard Molinaro, 1978), i produttori De Angelis e Gianfranco Couyoumdjian pensano di realizzarne una parodia politicamente scorretta, ossia che mette alla berlina la tendenza omosessuale. Couyoumdjian, assieme a Carlo Veo, ne scrive anche la sceneggiatura, mentre alla regia viene deputato il professionale Marino Girolami (accreditato come Franco Martinelli), ottimo cineasta versatile e sempre in grado di trattare con personale stile ogni genere cinematografico. Girolami (1914 - 1994) è anzi qui alla prima esperienza nella commedia sexy (Kakkientruppen, del 1977, non rientra nel filone), trovandosi a dirigere Alvaro Vitali, con il quale poi stringe sodalizio, portandolo alla notorietà popolare quando realizza il cult Pierino contro tutti (1981).
Interessante, figura essere il cast di Dove vai se il vizietto non ce l'hai?. Renzo Montagnani, particolarmente in forma, si promuove in macchietta esilarante e, senza mai perdere un colpo, offre un'inarrestabile e divertente serie di battute, agevolato dalla presenza di comprimari di notevole efficacia (Mario Carotenuto) o estremamente funzionali (Alvaro Vitali). Il reparto femminile risalta per presenze di buon effetto erotico: Paola Senatore, ma anche (l'allora anonima) Lory Del Santo, la stellina mancata del bis italiano Sabrina Siani, Angie Vibeker e la burrosa Daniela Trebbi, ossia la cliente bolognese di Diogene che appare all'inizio. A completamento del surreale ma divertente insieme grottesco, non poteva mancare il sempre presente cameo di Jimmy il Fenomeno (il benzinaio). Alla fine ne esce un film che mette con spensierata ironia alla berlina l'omosessualità (rendendosi forse parecchio antipatico alla categoria), di certo oggi impensabile - poiché impossibile non sollevare l'ira dei benpensanti - da realizzare. Ma, nonostante tutto, Dove vai se il vizietto non ce l'hai? è una scorrevole pellicola, in grado di garantire spontanee risate e 90 minuti di buon divertimento.
Curiosità
Un brano musicale della simpatica colonna sonora, opera di Berto Pisano, verrà poi riutilizzato da Lucio Fulci ne Lo squartatore di New York (1982).
Citazioni
Montagnani è alle prese con una cliente, che gli mostra la biancheria intima.
- Diogene: "Eh... che belle mutandine. Sono di pizzo..."
- Cliente: "No, sono le mie!"
Imprecazioni di Diogene contro il figlio.
- "Accidenti a te e che t'ha legato l'ombelico."
- "Ti do un cazzotto al naso che poi gli odori li senti con le orecchie."
Montagnani sedotto nel bagno di un ristorante da Simona.
- "Nel cesso, non mi era mai successo."
Montagnani a letto con le due cameriere.
- "Si gioca a mandingo: voi vi girate e io spingo."
Il giardiniere Anselmo, alla vista dei nuovi arrivi a villa Beltramelli e quando spia dalla serratura Diogene rimuovere le pallottole dal sedere di Gigetto.
- "Ma che bella accoppiata: il maggiordomo frocio e la cuoca schizofregnica."
- "Con me faceva tanto la schizzinosa. Lei è ricchiona e lui è lesbico!"
Montagnani alla Senatore, durante un massaggio in piscina.
- "Vorrei baciarla, carezzarla, mangiarle la cipolla gaetana."
N.d.r.: "cipolla gaetana" era un modo di dire, in voga a Fucecchio, per designare l'organo genitale femminile, probabilmente in riferimento al “monte di Venere”.
"La fenomenologia dell'innamoramento omosessuale è in tutto identica a quella dell'innamoramento eterosessuale. Le categorie dello stato nascente, infatti, sono le stesse. Leggendo uno scritto d'amore, perciò, non si può sapere se è omosessuale o eterosessuale, perché identica è la natura dell'innamoramento." (Francesco Alberoni)
F.P. 21/03/2021 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 83'43")
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