Regia di Maurizio Sciarra vedi scheda film
Nel film c'erano diverse componenti per fare un ottimo film, ed evidentemente Sciarra si era venduto per quello che non era e Procacci, vecchio lupo produttivo ed innovativo non aveva capito che non era all'altezza ed il proseguo lo ha definitivamente siglato, per un regista sopravvalutato e non per poco. Qui ha rovinato un progetto ad iniziare dal romanzo di Domenico Campana e continuato con la sceneggiatura: eppure la storia non era qualsiasi. Ci sono anche valori dal lato tecnico come la fotografia, ma il risultato alla fine del film viene a mancare, tutto è sottotono ed il melodramma e la passionalità è solo carta cerata. Giannini fa del suo meglio, ma a me non convince e questo gioco di prendere in toto le opere prime non mi fa rimanere sereno, nel senso che non è un gioco pulito (più tardi lo stesso regista sceglierà il figlio nell'altrettanto mediocre, La presunzione poi di cercare anche stimoli viscontiani riempie il vaso. Un appiattimento totale che film tv che irrita, dato la prospettiva che avrebbe potuto avere. La regia arranca fra stereotipi di registi di nome, ma non ha una sua linea personale, stemperata nella superficialità dello sguardo.
Una stotria con sfumature pirandelliana piattamente realizzata
Bennato efficace e sprecatissimo
Forse adatto per i film televesivi, ma non per il cinema, e la presunzione nella ralizzazione non gli è mancata
Un personaggio pirandelliano, che senza guida di un regista vero è troppo a ruota libera ed il contesto non regge.
Nata con Tornatore, è passionale e determinata, peccato che l'occasione non sia giusta
Il ruolo del notaio, anche lui fa del suo meglio
Volto che ricordiamo bene e cinematograficamente valido, ma avrebbe bisogno di altri registi per poter essere valutato
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