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La stanza dello scirocco

Regia di Maurizio Sciarra vedi scheda film

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La recensione su La stanza dello scirocco

di mm40
3 stelle

In pieno fascismo, un nobile siciliano inviso al regime rientra in patria per prendere possesso di un palazzo che, per volontà della famiglia, sarebbe destinato a diventare una Casa del fascio. L'uomo si finge morto e lascia la casa in eredità a una coppia di giovani sposini poveri. Il piano funziona finchè non scatta l'attrazione fra il nobile e la sposina.

 

La stanza dello scirocco è l'opera prima da regista per Maurizio Sciarra, classe 1955, già a lungo assistente - fra gli altri - di Comencini e di Salce. Tratto da un racconto di Domenico Campana con una sceneggiatura che il regista ha firmato insieme a Suso Cecchi D'Amico e a Salvatore Marcarelli, il film può vantare un solo, ma efficacissimo effetto speciale: la partecipazione di Giancarlo Giannini nei panni del protagonista. Il resto del lavoro è ordinaria amministrazione o poco più (la fotografia di Arnaldo Catinari, le musiche di Eugenio Bennato), se non poco meno: fra i difetti imputabili all'opera ci sono per lo meno lo scarso ritmo nella narrazione, indolente per gran parte della storia, e una mano non sempre sicura dietro la macchina da presa (la scena madre del crollo, nel finale, ne è un chiaro esempio). Fra gli altri elementi del cast vale senz'altro la pena di citare Tony Sperandeo, Tiziana Lodato, Francesco Benigno e Paolo De Vita. Discreta produzione Procacci, con budget assolutamente adeguato; la successiva regia di Sciarra arriverà nel 2001 e sarà Alla rivoluzione sulla due cavalli, curiosamente con protagonista Adriano Giannini, figlio di Giancarlo. 3,5/10.

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