Da tre anni è i corso la guerra nell'ex Yugoslavia e a Napoli un attore e regista, Leo, inizia le prove di uno spettacolo teatrale, che nelle sue intenzioni, dovrebbe andare in scena a Sarajevo. La compagnia di Leo lavora in un teatrino in mezzo ai vicoli dei quartieri spagnoli. Lo spettacolo è "I sette contro Tebe" che parla di una guerra fratricida.
Note
Senza soluzione di continuità, con un impeccabile equilibrio narrativo, Martone esce dallo scuro edificio teatrale nella luce e nel rumore delle strade napoletane che ben si prestano alle riprese con la macchina a mano. Deciso a non mostrare immagini di Sarajevo, a "non parlare dell'altro in guerra, ma di noi stessi in pace", Martone raggiunge con grande misura l'equazione Sarajevo-Napoli (o, come ha sottolineato, qualsiasi altra città europea). Un bell'esempio antiretorico della funzione politica che il cinema può ancora rivendicare.
Film complesso e fondamentale, il capolavoro di Martone, che con Garrone, Benigni e Bertolucci rappresentano il nucleo di cineasti più vivo e intransigente del nostro cinema.
Questo è un film che qualcuno definirebbe "di alta acrobazia stilistica": in parole povere opera raffinata, intelligente ma di gusto piuttosto elitario e intellettuale. Mario Martone attinge alla sua notevole esperienza di regista teatrale per raccontarci le peripezie di Leo, un regista teatrale che prepara a Napoli un allestimento di una tragedia di Eschilo, "I sette contro Tebe", che… leggi tutto
Forse non dovrei giudicarlo, avendo interrotto la visione e cancellato il film dopo mezz'ora: insopportabile, insulso e pretenzioso, immagini brutte, tematiche pseudointellettuali da ignoranti presuntuosi, sonoro sgradevole; si capisce poco di quel che dicono i personaggi, e quel poco che si capisce è insulso. leggi tutto
Amo il Teatro, che a modesti livelli ho anche fatto, e trovarlo a volte abbinato all'altro piacere del Cinema mi da una grande gioia.
Questa passione, senz'altro condivisa da molti, mi ha portato a scegliere una…
Questo è un film che qualcuno definirebbe "di alta acrobazia stilistica": in parole povere opera raffinata, intelligente ma di gusto piuttosto elitario e intellettuale. Mario Martone attinge alla sua notevole esperienza di regista teatrale per raccontarci le peripezie di Leo, un regista teatrale che prepara a Napoli un allestimento di una tragedia di Eschilo, "I sette contro Tebe", che…
Io la chiamo sudditudine, ingenuamente, orgogliosamente, stupidamente. La sudditudine è tutto quel che rimane: è un’origine non ben definita (sud), è una condanna se non si riesce a prenderla…
Per fortuna sono diventata grande e ora guardo i film in lingua originale, perché il doppiaggio ha banalizzato uno dei passaggi fondamentali di uno dei film della mia vita, che è Harold and Maude. Non lo segno in…
Mario Martone passa dal teatro al cinema a dal cinema al teatro con estrema disinvoltura. Tiene le due cose saggiamente separate, ma se uno è abituato a vedere il mondo in un certo modo è inevitabile che…
Il titolo Teatro di guerra ha una triplice valenza: quello letterale della messa in scena dell'opera di Eschilo I sette contro Tebe (teatro che parla di guerra); quello della 'meta' Sarajevo, di per sè 'teatro di guerra' come metaforicamente inteso (teatro che parla alla guerra, che cerca di opporsi, con il suo atto creativo, alla morte) e quello della Napoli, metropoli senz'anima in cui…
Aspettavo con ansia l'uscita del nuovo film di Martone, regista napoletano che amo moltissimo. "Noi credevamo" non l'ho ancora visto, ma sto già pregustando la visione, appena possibile. Sono molto contenta che…
Leo (Andrea Renzi) è un regista e attore teatrale che sta allestendo, in uno scantinato buio e inospitale dei Quartieri Spagnoli di Napoli, la tragedia di Escihilo "I sette contro Tebe". Opera che dovrebbe far tappa nella Sarajevo martoriata dalla guerra.
Quello rappresentato in questo bellissimo film di Mario Martone è un teatro della vita che attraversa secoli e guerre per…
Il fascino infinito del palco, le prove, le quinte, i camerini... quante volte il teatro è stato usato dal suo cugino ricco e moderno, il cinema? Quante volte la rappresentazione teatrale è stata fatta oggetto a sua…
Napoli (che come luogo emblematico è rappresentativo dell'intera regione Campania) è molto spesso vittima di pericolose forme di pressapochismo culturale. Quando se ne parla male,costretti dai contingenti…
Un pò per quello che leggo sul giornale, un pò per quello che leggo qui...
Questa è una bella community, la frequento da anni, la commento da anni, la opino da anni...
Forse non dovrei giudicarlo, avendo interrotto la visione e cancellato il film dopo mezz'ora: insopportabile, insulso e pretenzioso, immagini brutte, tematiche pseudointellettuali da ignoranti presuntuosi, sonoro sgradevole; si capisce poco di quel che dicono i personaggi, e quel poco che si capisce è insulso.
Molti di noi quest'anno si sono diplomati. un po' meno hanno avuto l'occasione di poter vedere dei film a scuola. io durante i miei cinque anni ne ho visti molti, e voglio dire solo una cosa: grazie PRESIDE!
A Napoli, nel 1994, si incrociano le prove per due diverse rappresentazioni: Leo sta cercando di mettere in scena "I sette contro Tebe" di Eschilo, da portare anche in trasferta a Sarajevo sotto assedio, e Franco Turco, direttore del Teatro Stabile ha problemi con la primadonna della "Bisbetica domata" di Shakespeare.
Il film di Martone, uno dei pochi Autori - nel bene e nel male - del nostro…
Uno dei film italiani più belli degli anni novanta, assolutamente obbligatorio per chiunque abbia mai lavorato in teatro. Dall’omonima rappresentazione teatrale, Mario Martone, avvalendosi delle grandi doti attoriali degli interpreti (come al solito, pur in una parte minore, spicca Toni Servillo), dirige un film che sembra parlarci della società (più di qualunque altro lungometraggio)…
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Commenti (3) vedi tutti
Bisognerebbe entrare nella testa del regista per capirne qualcosa.
commento di gruvierazVoto 7/8 Conflittuale
commento di luca826Film complesso e fondamentale, il capolavoro di Martone, che con Garrone, Benigni e Bertolucci rappresentano il nucleo di cineasti più vivo e intransigente del nostro cinema.
commento di michii