Regia di Elia Kazan vedi scheda film
Capolavoro senza tempo,film passionale e sanguigno,indimenticabile.
In un quartiere popolare della rumorosa New Orleans,vive Blanche DuBois, figlia di un'aristocratica famiglia del sud caduta in disgrazia,cresciuta ed educata secondo principi di decoro e di buone maniere.Rimasta vedova di un marito omosessuale,dedita all'alcol, reduce da un esaurimento nervoso e da un passato dai costumi sessuali troppo disinvolti,da provare a nascondere,Blanche,si trasferisce a casa di Stella, la sorella minore coniugata all'irascibile e brutale Stanley Kowalski,in quel di New York,in fuga da una vita fallimentare sul piano affettivo e anche professionale,licenziata dalla scuola dove insegnava a seguito della sua condotta "spregiudicata".Sarà per lei l’inizio di un lento e doloroso calvario psicologico.Incontra e conosce Mitch,amico gentile e timido di Stanley, che se ne innamora e vorrebbe addirittura sposarla.Ma il cognato farà indagini sul suo conto, facendo venira a galla le notizie dei suoi trascorsi "libertini",che l'hanno costretta al forzato allontanamento da New Orleans e dal suo lavoro,ciò raffredderà inesorabilmente lo slancio affettivo di Mitch,che condizionato da un provincialismo bacchettone e moralista,liquiderà immediatamente Blanche,senza scavare nel suo tormentato animo.Alla delusione sentimentale, si aggiunge una convivenza forzata, sempre più impegnativa,con un cognato dai modi bruschi e violenti, maschilista, virile, ma prepotente.Tutto ciò,innescherà un ambiguo,perverso e sottile,gioco di attrazione e repulsione erotica,che tra attriti e avvicinamenti, si concluderà con una sorta di stupro,che ovviamente nel film è solo suggerito e non mostrato,per ragioni di censura.Questo gesto farà precipitare il già instabile equilibrio psichico di Blanche e la condannerà ormai completamente "pazza" al manicomio,mentre Stanley e Stella, intanto rimasta incinta, dovranno affrontare la loro precaria relazione.
Settant'anni fa, debuttava a New York , al Barrymore Theatre, una delle grandi sale di Broadway, "Un tram che si chiama desiderio", storia in tre atti di Tennessee Williams, premio Pulitzer nel 1948, "pièce" considerata una delle opere teatrali migliori e più importanti del ventesimo secolo.Da quel dramma il regista Kazan trasse il suo film, mantenendo intatto la maggior parte del suo impianto scenico, ma con una sceneggiatura notevolmente rimaneggiata per soddisfare le esigenze del noto "Codice Hays" di autoregolamentazione censoria.
Tutto girato in un piccolo e squallido appartamento,mette in scena le dinamiche psicologiche dei tre protagonisti principali,Stanley,il mitico Marlon Brando è un uomo primitivo,istintivo,il più delle volte lo si vede in canottiera, avvolto da un'immancabile nuvola di fumo,ma dal forte "appeal erotico",nella sua accezione più animalesca,la sua ostentata volgarità repelle e al contempo attrae Blanche,alias Vivien Leigh,diafana,fragile e frustrata che dietro una facciata sofisticata,nasconde una inclinazione masochista e un bisogno di disinibizione e di protezione,mentre Stella incrocia pericolosamente queste due personalità,anche lei vittima di circostanze su cui non riesce ad incidere.
Capolavoro senza tempo,film passionale e sanguigno,indimenticabile.
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