Regia di Richard Kwietniowski vedi scheda film
Uno scrittore londinese anziano, aridamente solitario e passatista (Hurt), incapace di distinguere un forno a microonde da un videoregistratore, si infatua di una star del cinema hollywoodiano di serie B, visto casualmente al cinema. Decide così di recarsi a Long Island, dove vive il suo beniamino, nella speranza di poterlo sedurre. Il ragazzo vive con la fidanzata ed entrambi - credendo nell'accidentalità dell'incontro - accolgono l'uomo con benevolenza, affascinati dalle sue maniere e dalle sue parole. Al dunque, lo scrittore rivela i suoi intenti reali e, rifiutato, decide di scrivere al suo amato una lunga lettera d'addio. Basato sul romanzo di Gilbert Sdair, Amore e morte a Long Island riprende, fin dal titolo, la Morte a Venezia di Thomas Mann, tradotto su pellicola da Luchino Visconti. Impiantato in modo dichiaratamente romanzesco, il film, articolato in due parti (la prima a Londra, la seconda - quella dell'incontro - ambientata a Long Island), si fa apprezzare per lo stile asciutto, la splendida prova d'attore di John Hurt e i molti acuti con i quali il regista - qui al suo esordio - indirizza la sua satira verso due forme d'ignoranza contrapposte: quella dello scrittore, chiuso nel suo alveo intellettuale e incapace di un contatto empatico col mondo, e quella crassa e plebea dell'attore di Hollywood. Un'ottima prova di come si possa parlare dell'omosessualità con garbo e senza accenti scandalistici.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta