Regia di Jennifer Alleyn, Manon Briand, Marie-Julie Dallaire, Arto Paragamian, André Turpin, Denis Villeneuve vedi scheda film
Opera d'esordio del grande Denis Villeneuve. Da questo episodio in bianco e nero si capisce la stoffa di un grande film-maker, già corredato da una elegante fotografia e da idee mai banali.
Opera d'esordio del grande Denis Villeneuve. Da questo episodio in bianco e nero si capisce la stoffa di un grande film-maker, già corredato da una elegante fotografia e da idee mai banali.
Canada, 1996
Stranamente la penso uguale al protagonista di questo inizio di Cosmos che già segna le orme, che poi diventeranno calcate, di un grande regista, di un grande gusto, di grandi idee: Denis Villeneuve.
"Le Technetium" di Denis Villeneuve
Atmosfera fumosa. Bar interno. Bianco e nero. Beve un caffè. Scrive. Si alimenta. Beve un altro caffè. Scrive. Nervoso. Lo ingurgita. Senza gustarlo e sembra me quando scrivo degli articoli al mattino, conscia che il caffè possa contenere la sostanza unica e irripetibile al mondo per farti scrivere da Dio. Una dipendenza innanzitutto mentale, quella del protagonista di Villeneuve, un giovane film maker viene preso in ostaggio dalla sua emotività che poi esonda e colpisce anche i suoi spettatori con cui creerà un filrouge per sempre. Solo secondariamente in TV è rapito dalla folla isterica di un talk show.
Ne "L'individuo" di Marie Julie Dallaire un serial killer, dall'aspetto insospettabile si aggira per la città regalando fiori alle proprie vittime. Ne "Il lancio" di Manon Briand una coppia formata da Yannie e Joel girovagano per la città cercando di capire se è giusto o no sapere il risultato del test dell'Aids di Joel. Ne "Jules e Fanny" di André Turpin, Jules vuole vedere a tutti i costi il seno rifatto della sua ex. Ne "Aurora e crepuscolo" di Jennifer Alleyn, Aurora bidonata dal proprio ragazzo conosce un uomo anziano che dice di chiamarsi Crepuscolo. Ne "Cosmos e l'agricoltura" di Arto Paragamian, Cosmos subisce il furto del suo amato taxi.
Film in sei episodi diretti da altrettanti giovani registi canadesi con stili e ritmi diversi, ma tutti in bianconero. Un'orgia di punti di vista, inquadrature sghembe, percorsi paralleli, itinerari alternativi di un gruppo di curiosi "sopravvissuti" che s'agitano per le strade di Montreal. Un moderno mosaico di scene tratte dalla giungla urbana che ci portano in contatto diretto con la natura umana. "Cosmos" è l'universo nel suo insieme, ma anche il nome di un tassista filosofo di origine greca che fa da collante.
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